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Alitalia: EasyJet si sfila dal salvataggio

EasyJet continuerà a puntare sull’Italia, ma non salverà Alitalia – Lo mette nero su bianco la stessa compagnia britannica attraverso una nota – Delta Air Lines verso il 10% del capitale – Ecco tutte le opzioni sul tavolo

Alitalia: EasyJet si sfila dal salvataggio

EasyJet si tira indietro su Alitalia e i piani del Governo per salvare la compagnia si complicano ancora di più.

Attraverso un comunicato, il vettore inglese ha infatti messo la parola fine a qualsiasi ipotesi di ingresso nel capitale dell’ex compagnia di bandiera.

“A seguito delle conversazioni con Ferrovie dello Stato Italiane e Delta Air Lines per la creazione di un consorzio che valutasse le opzioni per le future operazioni di Alitalia – EasyJet ha deciso di ritirarsi dal processo”. Questo quanto si legge nella nota.

“Noi confermiamo l’impegno per l’Italia quale mercato chiave della compagnia, dove attualmente EasyJet trasporta 18,5 milioni di passeggeri ogni anno, impiegando 1400 piloti e assistenti di volo con contratti di lavoro italiani. Continueremo a investire nelle tre basi di Milano, Napoli e Venezia – conclude il comunicato – come abbiamo fatto negli ultimi anni, aggiungendo rotte e capacità”.

A questo punto gli assetti azionari si ridisegnano intorno all’asse Ferrovie dello Stato-Delta Air Lines. Secondo le indiscrezioni pubblicate oggi dal Messaggero, il vettore statunitense non arriverebbe a più del 10% del capitale, non abbastanza per riuscire a coprire il fabbisogno milionario di Alitalia. Per questo motivo le Fs guidate da Gianfranco Battisti potrebbero salire addirittura al 40%, il 10 per cento in più rispetto a quanto prospettato fino ad oggi.

Delta Air Lines “continua a esplorare i modi con cui lavorare con Ferrovie dello Stato e mantenere la nostra partnership con Alitalia in futuro”, ha dichiarato la compagnia Usa. “Le discussioni continuano dal momento che Alitalia è un partner di lungo corso di Delta”, ha aggiunto.

I dubbi sul futuro di Alitalia rimangono e non è detto che non torni sul tavolo l’ipotesi Lufthansa. L’ingresso dei tedeschi avrebbe però due controindicazioni. La prima riguarda la loro volontà di ottenere la maggioranza della compagnia, una richiesta che però il vicepremier Luigi Di Maio non avrebbe intenzione di soddisfare. La seconda riguarda il numero di esuberi contenuti nel piano della compagnia: 6.000, contro i 3.000 prospettati dalle opzioni prese in considerazione attualmente.

A due anni dall’avvio dell’amministrazione straordinaria, per Alitalia la luce in fondo al tunnel continua ad essere un miraggio.

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