Vincere per ritrovare sé stessi. Juventus e Napoli si apprestano a una domenica di campionato molto delicata e non solo per le qualità di Bologna e Parma. Il doppio viaggio in Emilia infatti non cambierà nulla in chiave scudetto ma sarà molto indicativo a livello psicologico, aspetto quantomai fondamentale arrivati a questo punto della stagione. Sono soprattutto i bianconeri a dover dare un segnale di forza e non certo per questioni di classifica: la batosta di Madrid fa ancora male e necessità una replica immediata. In questo senso la trasferta di Bologna (ore 15), contro una squadra affamata di punti e in grande crescita di gioco e convinzione, può fornire diversi spunti interessanti, a cominciare dallo stato di forma generale della truppa. “Abbiamo questi 20 giorni per preparare questa sfida, che è ‘la sfida’, del 12 marzo – ha spiegato Allegri. – Con grande entusiasmo, adrenalina al massimo e deve essere e sarà sicuramente una grandissima serata. Per arrivare al 12 marzo però prima dobbiamo fare bene le prossime tre gare in campionato, a partire dalla partita col Bologna. Col nuovo allenatore han cambiato passo, noi però vogliamo arrivare allo scontro diretto col Napoli con un vantaggio immutato. Abbiamo buone possibilità di passare il turno, ma non sarà facile. Se giocassimo mercoledì saremmo fuori, ma abbiamo venti giorni davanti…”.
Anche il tecnico bianconero non fa mistero della condizione precaria di molti suoi giocatori, ragion per cui le prossime partite di campionato, indipendentemente dalla classifica, andranno giocate in crescendo: l’intensità necessaria per ribaltare l’Atletico, del resto, va preparata a dovere già adesso. Quel che è certo è che a Bologna non ci saranno esperimenti tattici ma un bel po’ di turnover sì, dunque 4-3-3 con Perin in porta, Cancelo, Bonucci, Caceres e Alex Sandro in difesa, Matuidi, Pjanic e Bentancur a centrocampo, Bernardeschi, Mandzukic e Ronaldo in attacco. Mihajlovic, già autore di una grande impresa a San Siro contro l’Inter, ne tenterà un’altra affidandosi a un 4-2-3-1 che vedrà Skorupski tra i pali, Mbaye, Gonzalez, Danilo e Dijks nel reparto arretrato, Poli e Pulgar in mediana, Edera, Soriano e Sansone alle spalle dell’unica punta Santander. Circa un’ora dopo e 96 chilometri più a nord, i riflettori si sposteranno sul Tardini di Parma, dove la squadra di D’Aversa riceverà il Napoli di Ancelotti. Anche qui, pur con le dovute proporzioni, vale il discorso fatto in precedenza per la Juve: gli azzurri devono assolutamente lavorare su intensità e tensione, pena rischiare di ritrovarsi impreparati quando l’Europa League, unico vero obiettivo rimasto, entrerà nel vivo.
Il match col Parma, evidentemente, non può spostare molto in chiave scudetto ma gli uomini di Ancelotti non devono perdere le motivazioni e continuare a lottare come nella prima parte di stagione, quando la testa spingeva le gambe nel modo giusto. Per farlo c’è innanzitutto da risolvere il problema del gol, decisivo nel rallentare la corsa del Napoli: i tre 0-0 delle ultime 4 partite, a cui va aggiunta la sconfitta in Coppa Italia contro il Milan, lo testimoniano più di tante parole. Le tre reti segnate allo Zurigo potrebbero aver stappato l’attacco azzurro ma a Parma servono conferme, anche se la squalifica di Insigne non aiuta. Ancelotti sembra orientato a confermare l’ottimo Ounas visto in Coppa, per il resto 4-4-2 tipo con Meret in porta, Malcuit, Maksimovic, Koulibaly e Ghoulam in difesa, Callejon, Allan, Fabian Ruiz e Zielinski a centrocampo, Milik in attacco. Classico 4-3-3 anche per D’Aversa, che risponderà con Sepe tra i pali, Iacoponi, Bruno Alves, Gagliolo e Gobbi nel reparto arretrato, Rigoni, Kucka e Barillà in mediana, Gervinho, Inglese e Biabiany nel tridente offensivo.