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Tim: scorporo rete non è nel piano

Nel piano che l’ad Gubitosi presenterà giovedì non si parla di scorporo della rete, ma c’è comunque un’apertura alla collaborazione con Open Fiber. Arnaud de Puyfontaine scrive a sindaci e Consob – Tim lancia campagna di prevenzione per i dipendenti

Tim: scorporo rete non è nel piano

Dopo aver guadagnato il 9,5% in tre sedute, Tim rallenta a Piazza Affari, zavorrato dalle prese di beneficio ma poi recupera in giornata e chiude in rialzo dello 0,30% a 0, 5378 euro.

A innescare il rally dei giorni scorsi era stata la decisione della Cdp di aumentare la propria quota nel capitale di Tim, ferma da aprile 2018 al 4,93%, puntando informalmente a raggiungere il 10%. Martedì sera è arrivata la conferma che la partecipazione di Cassa Depositi e Prestiti è arrivata al 5,03%. Adesso Cdp aspetta di conoscere i dettagli del piano che il nuovo ad Luigi Gubitosi presenterà giovedì in Cda per decidere se incrementare ancora la quota (oggi è previsto un pre-consiglio, mentre la presentazione dei conti sarà venerdì, con conference call dell’Ad alle 14).

La questione che più interessa gli investitori è naturalmente l’ipotesi di una rete unica che integri le infrastrutture di Telecom e Open Fiber, società controllata al 50% da Enel e al 50% proprio da Cdp.

Secondo alcune indiscrezioni, nel nuovo piano di Tim non si parla della possibilità di scorporare la rete, ma il documento contiene un’apertura alla collaborazione con Open Fiber, che, secondo gli analisti di Equita, “potrebbe essere il primo passo verso la convergenza auspicata dal governo e anche dal mercato”.

Un’eventuale intesa potrebbe essere siglata solo dopo l’assemblea del 29 marzo, che permetterà di valutare la solidità della governance. Su questo fronte, si ipotizza un ruolo di bilanciamento da parte di Cdp: il nuovo board potrebbe avere sette rappresentanti espressione di Vivendi, tre di Cassa Depositi e Prestiti e cinque del mercato.

“Questo però – commenta Equita – presupporrebbe una nuova riorganizzazione del consiglio attuale e un accordo tra tutti gli azionisti di non presentare liste di maggioranza. Non vediamo facilmente percorribile questa strada, ma ci sembra di cogliere la volontà delle parti (o almeno di alcune di esse) di trovare una governance più stabile. Questa sarebbe di aiuto al management per l’esecuzione del piano, anche se ridurrebbe l’appeal speculativo in vista dell’assemblea”.

In vista del Cda e soprattutto dell’assemblea del 29 marzo,  Arnaud de Puyfontaine, Ceo di Vivendi e consigliere di Tim, si è esposto in prima persona: alle segnalazioni già inviate da Vivendi, si aggiunge ora una lettera del manager ai membri del collegio sindacale e alla Consob. Il tema è ancora una volta il mancato rispetto delle regole di Corporate governance che Vivendi imputa ad alcuni amministratori di nomina Elliott. Da qui la richiesta di “accertamenti puntuali e definitivi”.

Mentre dunque prosegue la battaglia tra il socio di maggioranza e il Fondo Elliott, l’attività della società non si ferma. E Tim ha annunciato il lancio di una campagna di prevenzione per i propri dipendenti che prevede un check up gratuito per gli over 45. Si tratta dell’iniziativa “Health Care per Noi“, il programma biennale che permetterà da febbraio di usufruire gratuitamente del checkup sanitario personalizzato, sulla base delle proprie esigenze, nell’ambito di un percorso di prevenzione definito e differenziato per sesso ed età.

“Il pacchetto comprende esami di laboratorio e strumentali – afferma il comunicato del gruppo – e visite specialistiche riguardanti le principali branche della medicina (come ad esempio cardiologia, ginecologia, oculistica, dermatologia). Una volta aderito all’iniziativa, tutti i dipendenti potranno, attraverso unapplicativo web, scegliere il centro diagnostico convenzionato e definire la composizione del proprio check up medico.

(Arttcolo aggiornato alle 19:00 di mercoledì 20 febbraio 2018)
   

 

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