Un sistema previdenziale paneuropeo potrebbe diventare realtà. Si tratta in pratica di un passo avanti verso una previdenza ‘senza frontiere’ dentro la UE: gli ambasciatori presso l’UE hanno infatti approvato il 13 febbraio l’accordo raggiunto il 13 dicembre tra la scorsa presidenza del Consiglio UE e il Parlamento europeo sulla proposta relativa a un “prodotto pensionistico paneuropeo” (PEPP), schema pensionistico individuale trasferibile all’interno degli stati membri. Obiettivo del progetto di regolamento – che Febaf e le sue associate hanno monitorato sin dal suo concepimento – è offrire una maggiore scelta a coloro che desiderano risparmiare in vista della pensione e, al tempo stesso, rilanciare il mercato delle pensioni individuali.
Stando alla Commissione, solo il 27% dei cittadini europei tra i 25 e i 59 anni ha sottoscritto un prodotto pensionistico. Per il presidente di turno dell’Ecofin, il romeno Eugen Teodorovici, “l’invecchiamento della popolazione in Europa comporta nuove sfide. Una di queste è garantire che i cittadini risparmino abbastanza per poter vivere bene quando vanno in pensione. I prodotti pensionistici paneuropei offriranno nuove opportunità di accantonare risparmi a lungo termine utilizzando i mercati dei capitali e allentando quindi la pressione a carico dei fondi pubblici. I PEPP avranno inoltre l’enorme vantaggio di mettere in comune, in un unico schema pensionistico individuale, tutti i risparmi, ovunque siano stati accantonati in Europa”.
Secondo le nuove norme, i PEPP avranno le stesse caratteristiche standard indipendentemente dal luogo di vendita e rientreranno nell’offerta di un’ampia gamma di fornitori, principalmente compagnie di assicurazione, banche, fondi pensionistici aziendali o professionali, imprese di investimento e gestori di patrimoni. Negli intenti della Commissione, il PEPP creerà una nuova opportunità di accantonamento dei risparmi in un unico piano pensionistico nel quadro di un unico mercato dei capitali, alleviando la pressione sulle finanze pubbliche. Il testo sarà ora messo a punto dai giuristi-linguisti. Il Parlamento e il Consiglio saranno poi invitati ad adottare il testo definitivo.