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FMI pessimista sulla crescita, Corbyn per il referendum bis su Brexit

Il warning di Lagarde sulla crescita mondiale e sull’Italia preoccupa i mercati – Svolta Brexit: i laburisti vogliono un nuovo referendum – Usa-Cina: resta il nodo dei brevetti – Ubi: Carige e Mps non fanno per noi – Vola la Juve

FMI pessimista sulla crescita, Corbyn per il referendum bis su Brexit

“Dopo due anni di espansione, l’economia globale sta frenando. Questo vuol dire che la recessione è dietro l’angolo? No, ma il rischio di una brusca frenata è in forte aumento”. Così Christine Lagarde, direttore generale del Fondo Monetario ha commentato le ultime previsioni presentate ieri a Davos: nel 2019 la crescita sarà del 3,5% (-0,2% rispetto alle stime di ottobre), nel 2020 del 3,6% (-0,1%).

Il dato, con buona pace della furibonda reazione del governo italiano gialloverde, indicato tra le minacce incombenti sulla strada della crescita, riflette il pessimismo diffuso tra i leader del business: da un sondaggio condotto tra 1.400 top manager riuniti a Davos emerge che il 29% dei top manager ritiene probabile una forte caduta del business, il dato più alto dal 2012.

L’andamento dei mercati asiatici riflette le preoccupazioni sull’Europa (Italia, ma anche la Germania impantanata nei problemi del diesel e l’incognita Brexit) e, soprattutto, sulla Cina.

USA- CINA, RESTA IL NODO DEI BREVETTI

L’indice CSI300 dei listini di Shanghai e Shenzhen è in calo dell’1%, l’Hang Seng di Hong Kong dell’1,2%. Il cross dollaro Yuan sale a 6,80. Scendono anche le altre Borse, sia per effetto del taglio del FMI, alle previsioni di crescita, sia perché Stati Uniti e Cina non sembrano più così vicini a un accordo sui commerci: non ci sono stati passi in avanti sul tema dei brevetti. La Borsa del Giappone si avvia a chiudere in calo dello 0,7%. Il Kospi della Corea del Sud perde lo 0,5%, il BSE Sensex lo 0,4%.

A raffreddare l’ottimismo anche l’intervento di Xi Jingping a un seminario di partito a Pechino: il presidente ha parlato di “seri pericoli” e di “forti rischi” lamentando l’allontanamento dei quadri del partito dai “bisogni del popolo”.

Il petrolio Brent è in calo dello 0,8%. A Milano Saipem -1,3%. I futures anticipano una partenza in calo sia per le Borse europee che per quelle Usa che riaprono i battenti dopo la pausa del Martin Luther King day.

SVOLTA SULLA BREXIT: I LABURISTI PER IL NUOVO VOTO

Giornata poco mossa per le Borse europee, orfane di Wall Street. A scuotere i listini non è bastata la correzione al ribasso delle stime per l’Italia operata dal Fondo Monetario né lo sviluppo del confronto sulla Brexit.

Oggi il calendario prende vita con l’indice tedesco Zew e l’apertura del Forum di Davos. Ma i riflettori sono già rivolti agli indici Pmi in uscita giovedì, in contemporanea con il vertice della Bce, da cui potrebbe emergere che i tempi sono maturi per segnalare ufficiosamente il prossimo arrivo della nuova TLTRO. A sera inoltrata a Londra il partito laburista britannico ha presentato una nuova serie di proposte sulla Brexit, una di queste, prevede in modo esplicito, un nuovo referendum sulla permanenza della Gran Bretagna nell’Unione Europea. Fino a poche ore fa, il principale partito di opposizione, aveva una posizione molto sfumata sulla Brexit. Stamane la sterlina tratta a 0,882 su euro, da 0,881 della chiusura

PIAZZA AFFARI -0,35% FRENATA DA ENEL E SNAM

Piazza Affari ha chiuso la seduta in calo dello 0,35%, a quota 19.638, nonostante la revisione al ribasso delle stime del Fmi e lo stacco della cedola da parte di Enel (-2,3%) e Snam (-1,38%) con un impatto pari allo 0,3% sull’indice.

Da segnalare il nuovo volo dell’indice Ftse Star (oggi +0,3% a 33.595 punti). L’indice delle piccole e medie imprese amplia il guadagno da inizio 2019 a +10% e sovraperforma nettamente l’andamento delle blue chip (FtseMib +7%).

Il fenomeno è mondiale. A Wall Street l’indice Russell 2000, che raggruppa le società a media capitalizzazione guadagna l’11% da inizio 2019 contro il +7% registrato da Dow Jones. A Parigi, l’indice delle società a media capitalizzazione guadagna l’8% contro il +2,8% registrato dal Cac40.

Tornando ai listini principali, ieri il peggiore è stato quello di Francoforte (-0,67%), il più sensibile all’andamento dell’economia cinese. In pallido rosso Parigi e Madrid, entrambe -0,17%. Londra è l’unica positiva: +0,03%. Stamane la sterlina tratta a 0,882 su euro, dallo 0,881 della chiusura.

L’FMI FRENA LE STIME SUL PIL ITALIANO: SOLO +0,6%

Il Fondo Monetario Internazionale ha aggiornato le sue stime di crescita sull’economia italiana, rivedendo l’espansione del Pil per il 2019 a (+0,6%), il valore più basso tra le economie sviluppate, rispetto al +1% previsto lo scorso ottobre ed in perfetta sintonia con quella Banca d’Italia che secondo Luigi Di Maio “sbaglia sempre”.

“I timori sui rischi finanziari e quelli legati al debito sovrano hanno pesato sui consumi domestici”, ha detto la nuova capoeconomista dell’istituto, Gita Gopinath, inserendo l’Italia tra le minacce agli equilibri dell’economia globale per “le preoccupazioni sui rischi sovrani e finanziari”. Di Maio non si fa impressionare: “Piuttosto è il Fmi – ha sillabato tra una lezione alla Francia e l’altra – che è una minaccia per l’economia mondiale, una storia di ricette economiche coronata da previsioni errate, pochi successi e molti disastri”.

POCO MOSSO LO SPREAD A 255 PUNTI

Debole, in assenza degli operatori Usa, anche il mercato obbligazionario. Rispetto ai 252 punti base di venerdì sera (269 punti base in chiusura il venerdì precedente), la forbice tra il rendimento italiano e quello tedesco sul tratto decennale si ferma a 255 centesimi.

TIM E FERRAGAMO GUIDANO I RIBASSI

A Piazza Affari è proseguita la frana di Tim (-2,62% a 0,47 euro) tra nuovi scambi di accuse tra i soci Vivendi e Elliott. Kepler Cheuvreux ha confermato il giudizio buy ma ha ridotto il prezzo obiettivo da 0,9 a 0,65 euro, livello che comunque resta ben al di sopra degli attuali prezzi di borsa.

In flessione anche Salvatore Ferragamo (-2,3%), sotto il tiro negli analisti. Citi ha abbassato il giudizio a ‘sell’ citando “i persistenti timori sull’economia globale e sulla Cina, le tensioni commerciali Usa-Cina e i crescenti rischi politici in Europa”. Anche JP Morgan ha ridotto il prezzo obiettivo a 17 euro da 17,5.

Anche Tod’s (-0,6%) è stata colpita dal downgrade di Citi.

UBI: CARIGE E MPS NON FANNO PER NOI

In lieve calo l’indice delle banche, in linea con lo Stoxx europeo. La migliore è stata Bper (+0,52%), la peggiore Ubi (-0,54%), indicata tra i possibili partner di Carige e Mps (-0,65%), ipotesi respinta dai vertici: il ceo Vivtor Massiah ha detto ieri che “non ci sono le condizioni per operazioni di consolidamento”.

VOLA SOLO LA JUVENTUS +5,3%

Nel listino principale svetta ancora il titolo Juventus (+5,32%) in vista della cessione di Gonzalo Higuain al Chelsea.

Segno più anche per Leonardo (+2,41%) e Stm (+0,43%). Nell’automotive bene Ferrari (+1,01%), Pirelli (+0,79%) e Brembo (+0,3%).

L’ECOMMERCE SPINGE GIGLIO GROUP

Giglio group +17,02% in vista della presentazione delle nuove linee strategiche di business e opportunità nel settore e-commerce.

Fincantieri +4%, dopo una commessa per la Us Navy, la marina militare americana.

Balzo di Molmed (+15%) dopo essere stata sospesa per eccesso di rialzo.

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