E uno! La Juventus mette in bacheca la Supercoppa Italiana e apre così la “collezione” invernale 2019, nella speranza di potersi poi ripetere in primavera con titoli decisamente più importanti. A firmare la finale di Gedda, ça va sans dire, quel CR7 sbarcato in bianconero proprio per decidere serate come queste: si tratta del primo trofeo in maglia Juve e c’è da scommettere che non sarà certo l’ultimo.
Il Milan, dal canto suo, torna a casa triste per la sconfitta ma rinfrancato per la prestazione: i rossoneri se la sono giocata fino alla fine, in barba all’evidente inferiorità tecnica e a una situazione ambientale tutt’altro che serena. Più che alla partita infatti Gattuso ha dovuto pensare al caso Higuain, culminato con una panchina (ufficialmente per febbre) che ha chiuso nel peggiore dei modi la sua triste esperienza in rossonero.
L’altra grande notizia che arriva dalla notte di Gedda riguarda proprio lui: Juventus e Chelsea hanno trovato l’accordo per il suo trasferimento sulla base di un prestito fino a giugno con opzione (obbligatoria in caso di un minimo di presenze e gol) per il 2020. Formula che accontenta i bianconeri (l’incasso complessivo sarà lo stesso concordato in estate con il Milan) e i blues (Marina Granovskaia, braccio destro di Abramovich, non vuole acquistare over 30 a titolo definitivo), un po’ meno i rossoneri che, a questo punto, dovranno stringere il prima possibile su Piatek, sperando di raggiungere un accordo soddisfacente con il Genoa.
Temi che ci porteremo avanti nei prossimi giorni e che i club avevano “congelato” per via della Supercoppa, anche se poi, alla luce dei fatti, si è parlato più di mercato che della partita. Tornando a quella, come tutti sanno, ha vinto la Juventus ma non senza polemiche. A tenere banco infatti è l’arbitraggio di Banti, reo di non aver visionato due episodi molto sospetti in entrambe le aree di rigore. Il braccio di Zapata su cross di Ronaldo e l’intervento di Emre Can su Conti meritavano quantomeno una capatina al monitor, tanto più che il match si era incattivito dopo l’espulsione di Kessie (sacrosanta, peccato che un minuto prima un fallo analogo di Matuidi fosse sfuggito).
“Gli episodi giudicateli voi, dico solo che la tecnologia esiste per essere usata – ha ringhiato Gattuso – Loro sono uno squadrone ma certe cose non le capisco, peccato: abbiamo dato tutto, anche qualcosa in più, e torniamo a casa con una sconfitta che brucia”.
Partita divertente quella di Gedda, che ha visto due squadre sul filo dell’equilibrio fino all’ultimo minuto di recupero, a dimostrazione che le finali esulano da ogni tipo di previsione. Lo sliding doors della serata, episodi arbitrali a parte, è stata la traversa di Cutrone a Szczesny battuto (48’): sarebbe stato 1-0 Milan invece, pochi minuti dopo, è arrivato il gol della Juve col solito Ronaldo, bravissimo a scattare sul filo del fuorigioco e a battere Donnarumma di testa (61’).
“Lo abbiamo comprato per questo, lui è un valore aggiunto decisivo – ha riconosciuto Allegri – La squadra ha fatto una buona partita anche se con palleggio troppo lento, del resto faceva caldo rientravamo dalla sosta. L’importante, comunque, era portare a casa la coppa”.
A lui va il decimo trofeo della sua gestione, a Gattuso invece restano solo problemi e non solo per via del mercato. L’espulsione di Kessie e le ammonizioni dei diffidati Romagnoli e Calabria lo costringeranno all’ennesima formazione d’emergenza in casa del Genoa, partita da vincere per non perdere ulteriore terreno dal quarto posto. La fotografia delle stagioni di Juventus e Milan, in fondo, non potrebbe essere più precisa.