I sindacati sono in allarme per l’occupazione e per gli investimenti di Fca in Italia. L’ecotassa voluta dai Cinque Stelle rischia di mandare tutto all’aria. Le parole del nuovo Ceo di Fca, Mike Manley, che ha preso il posto di Sergio Marchionne alla guida della casa automobilistica italo-americana, sono chiare: “L’ecotassa cambia lo scenario del mercato. Non bloccheremo il piano per gli investimenti italiani, ma lo modificheremo in base alle caratteristiche del provvedimento”.
Che succederà concretamente negli stabilimenti italiani? E i loro posti di lavoro? Il leader dei metalmeccanici della Fim-Cisl, Marco Bentivogli, mette le mani avanti e striglia il Governo.
“Così com’è scritta, l’ecotassa è un suicidio di Stato dell’industria automobilistica italiana – commenta Bentivogli – Alla luce delle dichiarazioni dell’ad Manley, è necessario fare subito un incontro con i vertici di Fca per avere chiarezza sul piano quinquennale e relative assegnazioni produttive, stabilimento per stabilimento”.
Per il sindacalista, “il Governo deve immediatamente ritornare sui propri passi e rivedere un provvedimento sciagurato che rischia di distruggere la nostra industria dell’auto e con essa migliaia di posti di lavoro. Se così non fosse, la nostra risposta arriverà sotto Palazzo Chigi con tutti i lavoratori di Fca, Cnhi e Ferrrari. La transizione verso l’elettrico è da gestire in maniera graduale, investendo nelle infrastrutture per garantire occupazione e una mobilità sostenibile per la salute e l’ambiente.
Infine, “l’ecotassa non risolve i problemi ambientali, ma favorisce solo i produttori esteri: altro che sovranismo – conclude Bentivogli – Da tempo come sindacato abbiamo incalzato i produttori sulla necessità di accelerare la transizione verso l’elettrico: ora che avevamo raggiunto un’intesa, Fca e i lavoratori, il Governo sta rischiando di far saltare tutto. Occorrono almeno 20 mesi per avere i primi risultati.