Si conclude con il patteggiamento e una multa di circa 700 milioni di dollari l’indagine sul dieselgate che coinvolgeva Fca e che è stata avviata dal Dipartimento di giustizia americano a maggio del 2017.
La vicenda parte nel 2016 quando l’Epa, l’ente federale Usa per la protezione dell’ambiente, ha formalmente accusato la società del Lingotto di aver installato un software che permette emissioni più alte degli standard su 104.000 vetture diesel – Suv Jeep Grand Cherokee e pickup del marchio Ram, prodotte tra il 2014 e il 2016.
Il patteggiamento tra Fca e il Dipartimento della Giustizia include la non ammissione di colpevolezza per la casa automobilistica e la cancellazione di tutti gli addebiti dell’Epa. Secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, Fca dovrebbe pagare 280 milioni come risarcimento ai proprietari delle auto, 311 di multa e almeno 75 milioni per l’inquinamento prodotto.
Fca auto ha negato in più occasioni le accuse, ma le autorità americane dopo lo scandalo di Volkswagen, che ha ammesso di aver installato illegalmente un software per aggirare gli standard sulle emissioni, hanno intensificato i controlli sulle auto diesel. Quella vicenda si è conclusa con il pagamento da parte di Volkswagen di 25 miliardi di dollari negli Stati Uniti per risolvere le rivendicazioni di proprietari di auto, autorità di regolamentazione, stati e concessionari.
A Piazza Affari in una seduta in flessione dello 0,4%, il titolo Fiat Chrysler Automobiles cede l’1,42%.