Nessun colpo di scena ma tanti, tantissimi, brividi. Juventus e Napoli concludono il 2018 con due vittorie e una buona dose di paura: merito di Sampdoria e Bologna, brave a giocarsela nonostante l’oggettiva inferiorità e di alcune situazioni arbitrali, destinate, come sempre del resto, a far discutere.
A Torino è andato in scena un vero e proprio “Var show”, con l’arbitro Valeri protagonista in tre episodi: i due rigori concessi, uno per parte, per falli di mano di Emre Can e Ferrari e il gol annullato in pieno recupero a Saponara per fuorigioco. I dubbi, nonostante i mille replay, restano soprattutto su quest’ultima decisione, tanto più vista l’importanza della stessa: era il 92’ e sarebbe stato 2-2 Samp.
“Rigore discutibile e aiutino del Var” il tweet velenoso dei blucerchiati, prima di una marcia indietro dettata più dal buon senso che da un reale cambio di pensiero (“chiediamo scusa, eravamo poco lucidi”), a testimonianza che nemmeno la moviola in campo, se usata così, riesce a mettere d’accordo tutti. “Se c’è è giusto usarla – ha glissato Allegri in conferenza stampa. – Avevamo cominciato bene ma dopo il rigore subito siamo andati in confusione. Ci siamo innervositi, invece avremmo dovuto continuare a giocare con tranquillità e serenità. Era importante chiudere bene ma non è stato semplice, ora però allo scudetto ci mancano 37 punti”.
Analisi veritiera quella del tecnico bianconero, perché dopo il vantaggio flash di Cristiano Ronaldo (2’) i suoi si sono un po’ addormentati, tanto da subire il pareggio col solito Quagliarella, seppur su rigore (33’). Dischetto decisivo anche nel secondo tempo, quando CR7, dopo aver sfondato la traversa su un tiro deviato da Audero, ha trovato il 2-1 Juve proprio dagli undici metri, fino al brivido finale firmato Saponara. Partita al cardiopalma fino all’ultimo insomma, esattamente come a Napoli dove un sorprendente Bologna s’è arreso solo all’88’.
Azzurri stanchi e meno brillanti del solito, un po’ per le pesanti assenze di Koulibaly e Insigne (se il ricorso dovesse essere respinto mancheranno anche contro la Lazio), un po’ per l’atteggiamento guardingo degli ospiti, che ha reso complicato lo sviluppo della manovra. A decidere, anche questa volta, sono stati gli attaccanti e pazienza se Lorenzinho, per ovvi motivi, non ha potuto prender parte all’ultima recita dell’anno: al suo posto ci hanno pensato Milik e Mertens, il primo con una doppietta (16’ e 51’) che lo porta a quota 10 nella classifica cannonieri, il secondo con la giocata che è valsa il sofferto 3-2 finale (88’). In mezzo le reti di Santander (37’) e Danilo (80’) e un muro bolognese che sembrava destinato a reggere, impedendo al Napoli di restare +5 sull’Inter e a meno 9 dalla Juve: sarebbe stato un bel problema ma Mertens, per fortuna di Ancelotti, ha messo tutto a posto.
“È un periodo della stagione un po’ particolare, in pochi giocano un calcio brillante – il pensiero del tecnico azzurro. – Il Bologna ha giocato molto bene e ci ha reso la vita difficile, noi però abbiamo dimostrato carattere. Siamo in linea con i nostri obiettivi: abbiamo fatto un grande girone d’andata e annacquato un po’ la corsa della Juve”. Su quest’ultima parte, a dire il vero, si potrebbe discutere, non tanti per demerito del Napoli quanto per il clamoroso cammino bianconero. Lo scudetto sembra destinato a restare in bianconero, agli azzurri il compito di smentire tutti e realizzare un’impresa che entrerebbe di diritto nella storia del calcio.