La manovra non è ancora legge, ma il Governo ha già promesso di cambiarla, facendo retromarcia sul raddoppio dell’Ires per gli enti di volontariato. Il problema è che ormai il percorso della legge di Bilancio è contingentato: dopo il via libera in Senato arrivato lo scorso finesettimana, la Camera – che ha approvato il testo in commissione questa notte – deve arrivare all’approvazione definitiva entro sabato 29. Se il voto favorevole slittasse all’anno nuovo, l’Italia finirebbe in esercizio provvisorio, con conseguenze prevedibilmente catastrofiche sui mercati.
La manovra, quindi, non può più cambiare. La correzione sull’Ires al terzo settore – senza la quale l’aliquota salirebbe dal 12 al 24% per la cancellazione di un bonus in vigore dal 1953 – dovrà arrivare con un altro provvedimento a gennaio. Sempre ammesso che nel frattempo il Governo trovi le coperture per sterilizzare il ripensamento, dal momento che – dopo i tre mesi di negoziato con l’Europa – i saldi di bilancio per il 2019 non possono più cambiare. Per la verità, non serviranno grandi coperture: per compensare la piroetta sull’Ires al volontariato il governo dovrà racimolare 120 milioni di euro per l’anno prossimo.
Ma, dopo le critiche arrivate dal mondo cattolico e da tutto il vasto settore del no profit, il vicepremier grillino Luigi Di Maio ha annunciato: “Cambieremo questa norma. Volevamo punire chi fa finto volontariato, ma ne è venuta fuori una norma che colpisce coloro che hanno sempre aiutato i più deboli”.
Gli ha fatto eco il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: “A gennaio interverremo per riformulare e ricalibrare meglio la disciplina fiscale degli enti no profit”.
Infine, è intervenuto anche l’altro azionista di maggioranza del governo, Matteo Salvini, garantendo “l’impegno del Governo a intervenire per aiutare le tante associazioni di volontariato che utilizzano solo a scopi sociali i loro fondi”.
Ma le opposizioni non si accontentano della retromarcia e continuano ad attaccare: “Dietrofront doveroso” per Debora Serracchiani, Pd; “retromarcia patetica” per Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia; “un errore al giorno, Governo nel caos”, dice Mara Carfagna, Forza Italia.