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Taxi e Ncc, uno scontro decennale: tutta la storia dall’inizio

Si riaccende lo scontro tra taxi e ncc con il Governo che cerca (inutilmente) di barcamenarsi tra un fronte e l’altro – Proteste di piazza a Roma su una questione che dura ormai da nove anni – Su cosa si basa lo scontro? Ecco, in breve, tutto ciò che c’è da sapere.

Taxi e Ncc, uno scontro decennale: tutta la storia dall’inizio

Da un lato i tassisti, che aspettano da nove anni l’entrata in vigore della norma sui noleggiatori con conducente, dall’altro gli Ncc che invece cercano di bloccare l’arrivo di regole che, secondo loro, manderebbero a gambe all’aria 80mila aziende. Al centro il Governo, che prova a mischiare le carte cercando di accontentare tutti con il rischio – concreto – di far infuriare entrambi i fronti.

Lo scontro tra taxi e ncc non è una novità, così come non lo sono i toni aspri e le proteste di piazza, ma è proprio in questi giorni di festività natalizie, a meno di due settimane dalla possibile entrata in vigore della nuova normativa, che le polemiche rischiano di deflagrare definitivamente. Un “dentro o fuori” che potrebbe paralizzare una Capitale già in difficoltà proprio nel periodo compreso tra Natale e Capodanno. La data da segnare in rosso sul calendario è quella del 1°gennaio: arriverà oppure no la nuova – che nuova non è – normativa sugli Ncc?

TAXI E NCC, LA STORIA DALL’INIZIO: LA LEGGE GASPARRI

Per comprendere i motivi di tanta acredine tra taxi ed Ncc occorre fare un passo indietro di quasi 10 anni.  La vicenda comincia infatti con la legge Gasparri (era il 2009) che per i trasporti stabilì delle regole molto stringenti volte a placare sin da allora le intemperanze dei tassisti, da sempre contrari all’entrata nel mercato degli Ncc.

Nel dettaglio la legge prevedeva l’obbligo per i noleggiatori con conducente di far ritorno in autorimessa alla fine di una corsa e prima dell’inizio della successiva. Questa norma però non è mai entrata in vigore ed è stata oggetto di numerose proroghe che hanno per anni e anni procrastinato l’obbligo.

TAXI E NCC: L’EMENDAMENTO DEL GOVERNO

Da tre giorni entrambi i fronti protestano sullo stesso emendamento alla Manovra, mentre il Governo cerca di barcamenarsi. L’Esecutivo ha presentato in commissione Bilancio al Senato una norma che, dal 1°gennaio, farà entrare in vigore le regole per gli Ncc prorogate per nove anni: ogni noleggiatore, tra una corsa e l’altra, dovrà tornare in autorimessa. “Dov’è il problema?”, si chiederanno in molti. Il problema risiede nel fatto che la rimessa in questione si trova nel comune che ha rilasciato la licenza, ma nella stragrande maggioranza dei casi quest’ultimo non coincide con il comune in cui gli Ncc lavorano. Parlando in parole povere, la rimessa in cui molti noleggiatori saranno costretti a tornare non è a Roma – dove operano – ma nei comuni e nelle regioni limitrofe. Dovendo fare avanti e indietro, perderebbero ore e ore di lavoro e dunque guadagni.

LE PROTESTE DEI TASSISTI

Da ieri circola voce che, dopo le proteste degli Ncc, il Governo abbia deciso di fare dietrofont sull’emendamento, ammorbidendo le misure in esso contenute. Notizie che hanno messo in agitazione i tassisti che il 19 dicembre si sono mobilitati con un presidio sotto Palazzo Madama, paralizzando contemporaneamente il servizio con ripercussioni pesantissime sull’aeroporto “Leonardo da Vinci” e sulla stazione Termini. Le proteste sono continuate anche il 20 dicembre a Piazza Venezia. In questo contesto occorre ricordare tra l’altro che i tassisti rappresentano un bacino elettorale molto importante per il M5s, da sempre attento alle loro esigenze.

“La notizia di un possibile ripensamento da parte del Governo sul testo dell’emendamento presentato in occasione dell’incontro di ieri dal viceministro Rixi e sul quale era stata data la condivisione, genera sconcerto e qualora confermata risulterebbe un’ennesima e gravissima violazione di impegni formalmente presi. La situazione risulta ancora più inaccettabile se si considera che il testo dell’Emendamento era stato predisposto dal Governo e blindato ad ogni modifica richiesta sia da parte delle Organizzazioni Sindacali dei noleggiatori, che dei tassisti”, si legge in una nota congiunta di Uri, Confartigianato e Unica Taxi Cgil.

“Sono ormai troppi anni che impegni formalmente presi dai Governi che si sono succeduti, vengono poi non rispettati e contraddetti dai fatti e l’ipotesi di un cedimento anche da parte di questo Governo alle pressioni e alle minacce della piazza, lo omologa, incredibilmente, ai precedenti. – continua la nota – Se questo governo è veramente ‘il governo del cambiamento’ ha, nella coerenza rispetto al testo dell’emendamento presentato ieri, un’occasione unica ed irripetibile per dimostrarlo”, continua la nota.

LE RAGIONI DEGLI NCC

I noleggiatori con conducente, dal canto loro, lanciano l’allarme: se il Governo andrà avanti con l’emendamento, metterà a rischio “80mila imprese e 200mila lavoratori”.

Poi l’attacco ai taxi: “Una lobby, quest’ultima, che nel 2008 – affermano le associazioni di categoria degli Ncc – senza seguire un iter parlamentare garantito dalla Costituzione, ha ottenuto una modifica alla legge quadro dei noleggiatori portando a restrizioni rigidissime nei nostri confronti”.

 

 

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