L’Italia evita per ora la procedura d’infrazione europea, ma accende un’ipoteca gigantesca sul proprio futuro. Si tratta delle clausole di salvaguardia Iva, che quest’anno non vengono solo rinviate, ma anche aumentate. E di tanto.
Il pericolo non riguarda l’anno che sta per iniziare. Nel 2019 l’imposta sul valore aggiunto rimarrà stabile, perché con la manovra vengono stanziati 12,4 miliardi proprio per evitare la stangata sui consumi. Come sempre negli ultimi anni, questa è di gran lunga la voce di spesa più significativa della legge di Bilancio.
DI QUANTO POTREBBE AUMENTARE L’IVA
La questione è molto diversa per il biennio successivo. Per finanziare reddito di cittadinanza e quota 100 senza far saltare i conti, l’Iva rischia di aumentare non più del 2% – com’era previsto fino a ieri, nella peggiore delle ipotesi – ma del 3-4%.
- L’aliquota Iva al 10% (ridotta)
Il rafforzamento delle clausole di salvaguardia non interessa l’aliquota ridotta, quella al 10%, per la quale erano previsti due aumenti: all’11,5% nel 2019 e al 13% nel 2020. Il primo è stato evitato, mentre il secondo è previsto nella stessa misura anche dalla nuova manovra.
- L’aliquota Iva al 22% (ordinaria)
Il diavolo si nasconde nell’aliquota ordinaria, oggi al 22%. La manovra dell’anno scorso stabiliva tre incrementi: al 24,2% nel 2019, al 24,9% nel 2020 e al 25% nel 2021. Anche in questo caso, il primo è stato disinnescato. In compenso, gli altri due sono diventati ancora più pesanti. La nuova legge di Bilancio prevede infatti che l’aliquota ordinaria salga al 25,2% nel 2020 e al 26,5% nel 2021.
QUANTI SOLDI SERVONO PER EVITARE GLI AUMENTI DELL’IVA
Ma la notizia peggiore è che per evitare questi aumenti serviranno molti più soldi di quelli previsti finora. La somma necessaria a sterilizzare le clausole è passata infatti da 13,7 a 23,1 miliardi per il 2020 e da 15,6 a 28,7 miliardi per il 2021. In conto finale è di 51,8 miliardi. In pratica, servirà l’equivalente di due manovre finanziarie soltanto per bloccare gli aumenti Iva.
L’EUROPA È “PREOCCUPATA”
Si riferiva a questo Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione europea, quando mercoledì, dopo il via libera alla manovra italiana, ha espresso “preoccupazione” per “la composizione delle misure annunciate”. Il motivo è che nel 2020 e nel 2021 i costi di reddito di cittadinanza e riforma delle pensioni aumenteranno rispetto al 2019, perché le due misure entreranno a regime e andranno sostenute per 12 mesi anziché per nove. L’Italia ha assicurato all’Europa che questi costi aggiuntivi saranno coperti senza aumentare il deficit: a garanzia ci sono proprio le clausole di salvaguardia sull’Iva. “Sappiamo che in passato Roma non ha mai attivato queste clausole – ha chiosato Dombrovskis – Se non vorrà farlo nemmeno in futuro, dovrà trovare ingenti risorse altrove”.
SALVINI: “NESSUN AUMENTO IVA, NÉ OGGI NÉ IN FUTURO”
Malgrado i timori dell’Europa, il vicepremier Matteo Salvini ostenta sicurezza: “Non abbiamo aumentato l’Iva quest’anno – ha detto – e non l’aumenteremo nei prossimi anni”. Basterà trovare più di 50 miliardi.