“Patuelli invita al dialogo costruttivo, ma il problema è decidere su cosa dialogare, perché stupisce che anni di crisi e di perdita di reputazione del sistema bancario non siano stati sufficienti a far riflettere l’Abi sulla necessità di un cambio di modello culturale, prima ancora che organizzativo, delle banche italiane”. Lo ha detto il segretario generale di First Cisl, Giulio Romani, in vista dell’incontro fra Abi e sindacati sul tema del contratto nazionale del credito previsto in settimana.
“Lo stucchevole ritorno da parte dei banchieri ai medesimi temi che ispirarono la disdetta contrattuale del 2013, ripetuti ossessivamente in un’analisi che di nuovo ha solo la copertina del testo – aggiunge Romani – testimonia l’incapacità del management bancario di evolversi rispetto a posizioni di retroguardia per mistificare le quali non è certamente sufficiente parlare di digitalizzazione o di nuove tecnologie”.
Secondo Romani, “lasciano il tempo che trovano i tentativi di blandire il sindacato prospettando accomodamenti economici, magari attenuati da qualche compensazione a favore delle banche, in cambio dell’accondiscendenza a non cambiare nulla e ad andare avanti con modelli di banca socialmente irresponsabili ed eticamente insostenibili a scapito dei malpagati lavoratori”.
“Ci auguriamo che nessuno abbocchi a queste esche – conclude il sindacalista – così come a eventuali altri ami gettati da qualche banchiere magari nell’illusione di scambi impropri in quelle commissioni bilaterali che abbiamo fortemente voluto per abbattere definitivamente il sistema delle pressioni commerciali, pericoloso per i lavoratori e per la stessa clientela: le banche devono riformarsi e la logica del profitto deve essere interdipendente all’utilità sociale prodotta, solo così i lavoratori e i clienti potranno essere pienamente tutelati”.