UBI Banca porta a termine la seconda operazione di dismissione di crediti in sofferenza, per la quale saranno ceduti ulteriori 416,2 milioni euro di crediti unsecured, dopo una prima operazione che a fine settembre aveva portato alla cartolarizzazione con garanzia GACS di 2,75 miliardi di euro di sofferenze, di cui il 53,4% unsecured, e la cessione delle relative tranche mezzanine e junior
“L’operazione è stata perfezionata con una tempistica accelerata favorita dall’interesse degli investitori”, comunica la banca lombarda in una nota. In questa seconda operazione, UBI ha dunque proceduto alla cessione a investitori istituzionali internazionali di portafogli di sofferenze composti quasi esclusivamente da crediti unsecured. Trattasi di operazione di vendita diretta sul mercato; all’esito di un processo di asta i portafogli sono stati ceduti con un utile lordo per il gruppo bancario di circa 9 milioni.
Al 31 dicembre 2018, UBI Banca procederà quindi al deconsolidamento contabile delle sofferenze cedute. Pro-forma sui dati al 30 settembre 2018, tenendo conto dell’operazione appena perfezionata, il ratio di crediti deteriorati lordi scende dall’11,1% al 10,8%.
A livello di capitale, l’operazione contribuirà, al pari di quanto avvenuto per la precedente, alla riduzione degli RWA relativi alle sofferenze cedute. Le due operazioni non comportano impatti negativi sui ratio patrimoniali, anche fattorizzando futuri aggiornamenti della LGD.
Infine, in termini di composizione qualitativa dello stock di sofferenze lorde, le cessioni, principalmente incentrate sulla componente unsecured, consentono di incrementare di oltre 3 punti percentuali la quota di sofferenze assistite da garanzia reali, più atte a generate elevati recuperi. Oggi a Piazza Affari il titolo Ubi, così come l’intero listino del Ftse Mib, soffre perdendo il 2% a metà mattinata, a 2,577 euro per azione.