Niente da fare. Anche l’Inter di Luciano Spalletti deve inchinarsi alla legge della Juventus, durissima per tutti tranne che per lei, sempre più lanciata verso l’ottavo scudetto consecutivo. E’ strano dire una cosa del genere agli albori di dicembre ma i numeri, questi numeri, sono semplicemente inequivocabili: 43 punti in 15 giornate, 11 di vantaggio sul Napoli (con una partita in più, ça va sans dire) e 14 proprio sull’Inter, da ieri ufficialmente fuori dalla lotta per il titolo. Il bello (o il brutto, a seconda dei punti di vista) è che la Juve vista sin qui, eccezion fatta per alcune partite, non ha certo mostrato tutto il suo potenziale, anzi: e allora, se non si riesce a fermarla nemmeno quando fatica, come si potrà farlo nel momento in cui troverà la forma migliore?
Domande che lasciano il tempo che trovano di fronte alla classifica, ulteriormente abbellita dai 3 punti conquistati ieri sera al cospetto della rivale per eccellenza. “Nel primo tempo abbiamo fatto fatica, poi però siamo riusciti a fare un’ottima ripresa e la gara è cambiata – il commento di Allegri. – Vincere era importante perché, male che vada, rimarremo a + 8 sul Napoli: questo successo è uno in meno che ci serve per arrivare allo scudetto”.
Dal canto suo l’Inter torna a casa con la consapevolezza di averci provato, anzi di esserci andata piuttosto vicina, ma anche di aver fallito un altro scontro al vertice, l’ennesimo di questo mini-ciclo che l’ha vista perdere col Tottenham e pareggiare a Roma. Il passo indietro rispetto all’autunno è evidente, ora non resta che capire se è solo questione di calendario o se il problema è più profondo. Di certo però il margine d’errore è pressoché esaurito: martedì contro il Psv ci si gioca l’accesso agli ottavi di Champions e anche in campionato potrebbe arrivare un pericoloso “risucchio” verso il basso.
Spalletti dunque deve trovare la soluzione giusta anche perché, quelle attuate sinora, non hanno proprio convinto. Perché togliere Politano, sin lì il migliore dell’Inter, per Borja Valero? Perché insistere a oltranza su un Perisic evidentemente fuori forma? Perché non cercare una soluzione che consenta a Icardi di ricevere maggior assistenza, tanto più con Nainggolan indisponibile? “Martedì abbiamo la Champions e Politano non è uno che recupera velocemente – s’è difeso il tecnico nerazzurro. – E’ da inizio anno che dite che sbaglio le sostituzioni, io volevo aggiungere maggior qualità in mezzo al campo e Borja è uno che sa palleggiare bene…”. Parole che non convincono, tanto più alla luce del risultato finale, maturato proprio dopo il cambio incriminato. Fin lì infatti la Juve aveva faticato molto e le occasioni migliori erano state tutte dell’Inter, vicinissima al vantaggio con Gagliardini (palo clamoroso a tu per tu con Szczesny al 29’) e con lo stesso Politano, fermato solo da un grande salvataggio di Bonucci (48’). Poi però, dopo aver tolto l’uomo più in forma, l’Inter ha sostanzialmente rinunciato a giocare e i bianconeri, sornioni in perfetto stile Allegri, ne hanno approfittato con Mandzukic, bravissimo a prendere il tempo ad Asamoah e a battere Handanovic con un colpo di testa ravvicinato (66’). E così il Derby d’Italia se l’è preso la Signora e con lui, probabilmente, anche un bel pezzo di scudetto.