La guerra delle spie innescata dall’arresto in Canada, su richiesta Usa, di Meng Wanzhou, ceo di Huawei nonché figlia del presidente Ren Zhengfei, già alto ufficiale dell’esercito cinese, sta provocando massicce vendite in tutte le Borse. Il fermo di miss Meng, che rischia l’estradizione ed il processo a New York, ha gravemente compromesso la tregua nel conflitto sui dazi tra Washington e Pechino. I future anticipano una partenza in rosso di Wall Street: S&P 500 -1,7%, Nasdaq -2,2%, in linea con l’andamento delle Borse europee.
Piazza Affari lascia sul terreno il 2,5% attorno a quota 18.800, in linea con Francoforte e Parigi. Perdite superiori al 2% anche a Londra (ai minimi da dicembre) e Madrid. ll peggioramento delle relazioni commerciali globali, coincide con il timore di un rallentamento delle economie, evento che i mercati stanno anticipando, comprando obbligazioni, a partire dai Bund, trattati allo 0,25% (-2 punti). Il rendimento del Btp sale al 3,07 (da 3,04%), lo spread si allarga a 287 punti. È stato intanto aperto il libro ordini per il concambio annunciato dal Tesoro tra Btp e Ccteu con una nuova emissione tranche del triennale ottobre 2021.
È ripresa questa mattina alla Camera la discussione generale sulla legge di Bilancio, che dovrebbe impegnare l’intera seduta della mattina e terminare con la richiesta di fiducia sul provvedimento da parte del governo attorno alle 13 e trenta. “Siamo sulla strada giusta”, ha affermato il commissario Ue Pierre Moscovici commentando le ultime proposte italiane, “ma dobbiamo continuare a fare progressi. Ai miei amici italiani dico: tutto ciò che è consentito dal patto lo avrete. Flessibilità? L’avrete. Ma attenzione: una cosa che non posso ignorare sono le regole. E ciò significa fare uno sforzo ulteriore”.
In forte calo il petrolio (-2% il Brent sotto i 60 dollari). Tre delegati alla conferenza Opec al via oggi a Vienna, hanno anticipato che il cartello potrebbe tagliare la produzione di un milione di barili al giorno se la Russia contribuirà con 150.000 barili giornalieri a questa riduzione. Il ministro dell’Energia Alexander Novak è partito alla volta di Mosca per consultazioni con Vladimir Putin. Perdono colpi Eni -1,7% e Saipem -4%. Soffrono sui listini i titoli tecnologici. Stm -4,55%, di riflesso ai problemi di Huawei, la sua cliente che vanta l’11% circa del mercato mondiale del mobile. Passivi pesanti anche per gli altri titoli del comparto tecnologico giù del -2,95%. Ams lascia sul terreno il 7,62% e Dialog Semi 4%. Vanno meglio le concorrenti Ericsson +0,9% e Nokia-0,23%. Giù anche Tim -2,52%. Oggi, nel corso del consiglio di amministrazione, potrebbe arrivare la richiesta di convocazione di un’assemblea straordinaria. La prospettiva dell’inasprimento della guerra dei dazi colpisce il settore auto -2,68% il comparto, ai minimi da oltre due anni, trainato al ribasso in particolare da Daimler -3,35%. A Piazza Affari Fiat Chrysler -3,7%, Brembo -2,6%, Pirelli -2,9%. Perde colpi Diasorin -6,47% dopo i guadagni dei giorni scorsi in scia all’ingresso nel paniere principale. Lo scivolone segue il taglio del giudizio da parte di Kepler Chevreux a hold da buy. Inverte la rotta il titolo Juventus, positiva in avvio sull’onda della promozione nell’indice Ftse Mib, ora in calo del 2,58%. In ribasso anche l’altra promossa, Amplifon -0,9%. In ribasso anche i titoli che dal 27 dicembre usciranno dal paniere: Mediaset -3,39% e Banca Mediolanum -2,9%.