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Auto, ecotassa e bonus sulle elettriche: ecco aumenti e sconti

La commissione Bilancio ha dato l’ok a un emendamento alla Manovra in corso di approvazione, ma sono già previsti cambiamenti in Senato – Forti incentivi sulle auto meno inquinanti, tasse sulle auto immatricolate dal 2019 con emissioni superiori a 110 grammi per chilometro – Ecco tutto ciò che c’è da sapere

Auto, ecotassa e bonus sulle elettriche: ecco aumenti e sconti

Ci sono una notizia buona e una cattiva sulle auto: la prima è che dal 2019 le macchine meno inquinanti potrebbero costare molto, molto meno. La seconda invece è che il costo di una normale utilitaria potrebbe impennarsi.

Il condizionale è d’obbligo dato che l’emendamento pentastellato alla Manovra approvato nella notte dalla commissione Bilancio della Camera potrebbe ancora subire pesanti cambiamenti, ma ciò che è certo è che le prime reazioni non lasciano presagire nulla di buono.

La misura ha già scatenato le infuocate proteste dei sindacati – che temono forti ripercussioni su immatricolazioni e vendite – e provocato l’ennesima spaccatura interna al Governo. Il vicepremier Luigi Di Maio si focalizza sulle novità per i meno inquinanti ed esulta: “Le auto elettriche costeranno di meno e finalmente le portiamo sul mercato”. Il collega Salvini invece guarda l’altro lato della barricata e si mette di traverso: “Io sono contrario ad ogni ipotesi di nuove tasse sull’auto che è già uno dei beni più tassati”, ha affermato ai microfoni di Radio anch’io.

Le frizioni, in poche ore, hanno già portato ad una parziale marcia indietro: la misura potrebbe dunque essere rivista in Senato. Ma allo stato attuale, si prevede quanto segue.

ECOTASSA SULLE AUTO

Un sistema bonus/malus sulle auto immatricolate dal 2019 al 2021. Parlando in parole povere, a partire dal 1°gennaio 2019 e fino al 31 dicembre 2021 l’emendamento prevede di applicare un’imposta sulle nuove auto il cui importo varia da 150 a 3.000 euro in base alle emissioni di Co2.

Tecnicamente, in caso di ok definitivo senza cambiamenti, funzionerà più o meno così: i veicoli che presentano valori di emissioni superiori ai 110 grammi per chilometro saranno soggetti a una tassa tra i 150 e i 3.000 euro. L’importo sarà calibrato sulla base di 9 fasce di emissioni al numero di grammi di biossido di carbonio emessi per chilometro oltre la soglia sopra indicata. Il principio è chiaro: più si inquina, più tasse si pagano.

Sono già stati fatti alcuni calcoli su quanto si pagherebbe in più. Chi acquista (o prende in locazione finanziaria) una Fiat Panda, l’auto più venduta in Italia, rischia di pagare secondo l’Anfia (associazione della filiera automobilistica) tra i 400 e i 1.000 euro in più. A livello generale, il prezzo medio delle auto potrebbe salire di oltre 300 euro. L’imposta potrebbe colpire circa un milione e 350mila acquirenti.

GLI SCONTI SULLE ELETTRICHE

In realtà, nonostante si parli solo di auto elettriche, gli incentivi riguardano tutti i veicoli caratterizzati da basse emissioni inquinanti (da 0 a 90 CO2 g/km) e dunque anche ibridi e auto a metano. Per questo tipo di auto si stabiliscono degli incentivi all’acquisto variabili da 1.500 a 6.000 euro. In questo caso saranno previste tre diverse fasce d’emissione sulle quali calcolare il bonus. Parlando in parole povere chi deciderà di acquistare un e-car, un’ibrida ecc. avrà uno sconto sul prezzo d’acquisto da parte del venditore. Quest’ultimo, a sua volta, riceverà un rimborso dalle aziende costruttrici o importatrici, recuperando il tutto come credito d’imposta. Gli incentivi riguarderebbero circa l’8,5% del mercato dell’auto.

BONUS/MALUS: PERCHÉ IMPRESE E SINDACATI PROTESTANO

La tesi di fondo è che questa misura causerà una brusca frenata del mercato a causa degli inevitabili aumenti che colpirebbero la maggior parte delle vetture, con ripercussioni anche sull’occupazione.

L’Unrae (l’associazione delle Case automobilistiche estere presenti in Italia) parla di proposta “miope ed estremamente negativa” che “disincentiva le vendite con gravi conseguenze occupazionali”.

“Si va a colpire – continua l’associazione – l’acquisto di vetture nuove che per emissioni di Co2 saranno sempre inferiori a quelle, vecchie e inquinanti, in circolazione. Questo porterà a una frenata delle vendite e basta un calo del 4 per cento del mercato per perdere un gettito fiscale certamente superiore ai 380 milioni di euro di imposte che la nuova tassazione porterebbe nelle casse dello Stato, considerando i dati del 2018. Dall’altro lato si va a premiare un segmento, quello dell’ibrido e dell’elettrico, che è già in crescita. I 300 milioni di incentivi previsti, servirebbero solo a premiare vendite che già si sviluppano naturalmente. Se poi ci fosse davvero un ulteriore incremento grazie agli incentivi, la somma stanziata si esaurirebbe in aprile”

Duro anche il segretario nazionale della Fim Cisl, Marco Bentivogli: “un ennesimo schiaffo all’industria nazionale e all’ambiente”.

Date le forti proteste, anche Di Maio decide di correggere il tiro: “Questa norma è passata così in legge di bilancio ma si può migliorare al Senato. Ora ci mettiamo tutti intorno a un tavolo” associazioni di costruttori e cittadini “per migliorare questa norma. L’obiettivo di questo governo è anche non danneggiare le famiglie”, ha concluso.

All’interno del Movimento 5 Stelle però sembra esserci un po’ di confusione. Se il vicepremier fa (mezza) marcia indietro, la sottosegretaria all’Economia, Laura Castelli, avanza: “La volontà del governo è quella di tenerla. Sta nel contratto di governo”, ha detto parlando in commissione Bilancio della Camera. “Le persone meno abbienti non sono colpite, c’è stato un dibattito mediatico, ma penso che la norma non sia stata letta in maniera approfondita. Non colpisce né chi ha un’auto vecchia, né chi acquista un’utilitaria sotto una certa cilindrata”, ha concluso.

(Ultimo aggiornamento: ore 17.17 del 6 dicembre).

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