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Dazi, Trump riaccende la miccia ma la Cina la spegne

Con un tweet Trump ha seminato il panico sui mercati ma per fortuna il presidente cinese ha fermato l’Orso auspicando la rapida messa in onda dell’accordo sui dazi raggiunto al G20 – Battaglia a Londra sulla Brexit – A Piazza Affari tensioni sulle banche ma il Banco Bpm fa eccezione – Utilities, titoli difensivi per eccellenza

Dazi, Trump riaccende la miccia ma la Cina la spegne

“Io sono Tariff Man”. Stavolta il tweet di Donald Trump ha davvero innescato il panico sul mercato azionario e contribuito all’allarme che ha investito i mercati obbligazionari di tutto il pianeta. “Quando le persone o i Paesi provano a far razzia della grande ricchezza della nostra nazione – ha scritto il Presidente – voglio che paghino per questo privilegio”. Ovvero, dietro la tregua sbandierata da Washington, non c’è un accordo ma la prospettiva di un duro confronto. I mercati non hanno preso bene i giochi verbali della Casa Bianca, alla vigilia della giornata di lutto nazionale Usa in ricordo di George Bush, un presidente dallo stile diverso.

Di qui la miccia di un violento ribasso che ha investito tutti i listini, salvati stamane dal provvidenziale intervento di Xi Jingping, che ha calmato gli spiriti dei mercati. Una nota del ministero del Commercio della Cina fa sapere che Pechino si augura una rapida messa in opera dell’intesa raggiunta nel corso del vertice tra i due capi di Stato. L’effetto di queste parole è servito a fermare l’avanzata dell’Orso nelle Borse.

SHANGHAI SULLA PARITÀ, PIÙ DEBOLE LO YUAN

L’indice CSI 3OO dei listini di Shanghai e Shenzhen è sulla parità, dal -1,3% di stanotte. La Borsa del Giappone ha ridotto le perdite ma resta in ribasso: Nikkei -0,3%.

Nessun recupero per l’Hang Seng di Hong Kong: -1,4%. In calo anche la Borsa della Corea del Sud: 0,7%.

La valuta cinese torna ad indebolirsi nei confronti del dollaro, dopo due giorni di rally: cross dollaro yuan a 6,86. Si deprezza anche lo yen del Giappone e l’euro, a 1,132.

CROLLA IL NASDAQ MA ANCHE L’INDICE DELLE PMI

Ma la violenza della reazione di Wall Street e, soprattutto, il rialzo delle obbligazioni, foriero del rischio recessione, dimostrano che i mercati sotto stress sono ormai convinti che la stagione del rialzo è ormai alle spalle. Un segnale forte alla vigilia delle decisioni che nelle prossime settimane dovranno essere prese dalla Fed e dalla Bce. Il presidente della Fed di New York, John Williams, ha detto che la Fed potrebbe rivedere i rialzi previsti per l’anno prossimo (non più di due).

Wall Street ha vissuto una giornata di violenti ribassi: Dow Jones -3,1%, S&P 500 -3,24%. Fa peggio il Nasdaq (-3,8%).

Impressiona il calo del Russell 2000: -4,4%, il calo più pesante in sette anni che ha colpito il listino delle piccole medie imprese, in genere immune ai problemi dell’export-E’ una conferma che il malessere non si limita al duello con la Cina.

In forte ribasso sia Boeing -4,9% che Caterpillar -6,9%.

LA CURVA DEI T BOND AI MINIMI DAL 2007

A fare paura è la curva dei tassi, sempre più piatta e più vicina all’inversione, evento che nella storia finanziaria ha sempre anticipato (con una sola eccezione) l’arrivo della recessione. Il differenziale tra i rendimenti del bond governativo a due anni e quello a dieci anni è sceso a 12 punti base, minimo dal 2007.

Inverte la rotta stamane anche il petrolio, alla vigilia del vertice Opec. Il greggio è in ribasso del 2% a 61 dollari il barile, dal +0,6% di ieri.

L’Arabia Saudita, ha ridimensionato le aspettative di chi si aspetta un’intesa su un ampio taglio alla produzione: il ministro del petrolio Khalid al Falih ha detto che è presto per arrivare a simili conclusioni. Eni ha chiuso ieri a -0,7%.

L’oro, arrivato ieri sui massimi da giugno, stamattina è in lieve calo a 1.235 dollari.

EUROPA IN RETROMARCIA. ALLEANZA TRA FORD E VOLKSWAGEN

Anche in Europa il rally innescato dalla tregua tra Cina e Stati Uniti è durato solo un giorno. Hanno così ingranato la retromarcia i settori più sensibili all’andamento dei negoziati sui commerci tra le due superpotenze, a partire dall’auto, in frenata nel giorno della missione dei Big tedeschi oltre oceano, in cui ha trovato conferma una trattativa clamorosa: Ford e Volkswagen sono pronte ad un’alleanza operativa (ma non finanziaria) tra i produttori condividendo impianti e ed investimenti su vetture elettriche ed a guida autonoma.

Intanto, però, sul mercato ha preso il sopravvento il pessimismo, cresciuto a mano a mano che si andava rafforzando a Wall Street l’ondata delle vendite che ha preso velocità dopo la chiusura europea. E così, nonostante la sosta dei mercati Usa, oggi fermi per le esequie al presidente George Bush, le premesse per la seduta odierna non sono positive. Oltre all’incognita dazi, pesa la risalita dei tassi di mercato e, ancor di più, l’inversione della curva dei rendimenti iniziata in Usa ma che ha contagiato le piazze europee.

PIAZZA AFFARI FANALINO DI CODA, BATTAGLIA A LONDRA

Milano ha restituito buona parte dei guadagni della vigilia, di nuovo fanalino di coda dell’Eurozona: l’indice ha chiuso con una perdita dell’1,37% a 19.353 punti su scambi per 1,7 miliardi.

Deboli gli altri listini del Vecchio Continente: Francoforte -1,14%; Parigi -0,82%; Madrid -1,28%.

Londra -0,56%, in balia delle oscillazioni della sterlina, a sua volta condizionata dall’avvio agitato del dibattito parlamentare sulla Brexit. Il governo è andato sotto due volte ieri su questioni di metodo, ancor prima che si apra il dibattito sul merito. Intanto l’avvocato generale della Corte di Giustizia Europea, in un parere ufficiale rilasciato stamattina, ha dichiarato che il Governo britannico potrà invertire unilateralmente la sua decisione di lasciare l’Unione Europea e rimanere nel blocco senza l’approvazione delle sue controparti europee, invocando l’articolo 50 del Trattato dell’Ue.

Il governo studia “varie possibili opzioni” per trovare un’intesa con la Commissione europea e disinnescare l’apertura formale di una procedura d’infrazione per deficit eccessivo. Lo ha detto ieri sera, in un incontro alla Camera il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, parlando di “tempi stretti” per la soluzione del negoziato. “Le priorità politiche del governo devono essere salvaguardate e portate avanti”, ha garantito il ministro ai parlamentari della maggioranza, ma per ora l’accordo, che deve passare dalla “riconfigurazione di reddito di cittadinanza e quota 100 sulle pensioni “ancora non c’è”. E si infittiscono le voci sulle sue possibili dimissioni.

BUND ALLE STELLE, IL BTP TIENE IL PASSO

In grande tensione i mercati obbligazionari sotto la pressione del calo dei rendimenti dei Treasury americani, che ha condizionato l’andamento del mercato del debito anche in Europa. Sotto la pressione degli acquisti il rendimento del Bund tedesco a dieci anni è sceso a 0,27%, livello che non si vedeva da quattro mesi.

Poco mosso il Btp a 10 anni trattato a 3,15%, da 3,14% di ieri. Lo spread è tornato a quota 290 punti, rispetto ai 284 della chiusura di ieri, per poi arretrare lievemente e chiudere a 289.

BANCO BPM REGGE ALLE TENSIONI

Le turbolenze sui mercati del debito si sono fatte sentire sul comparto bancario che ha lasciato sul terreno, in media, il 2%. Ubi arretra del 3,5%, perdite superiori al 2% per Intesa e Unicredit.

Ha fatto eccezione Banco Bpm (+0,41%) dopo gli accordi sul credito al consumo con il Crédit Agricole. Equita Sim ha alzato il prezzo obiettivo da 2,9 a 3,1 euro, confermando la raccomandazione buy; Mediobanca Securities ha portato il target price da 1,85 a 2,35 euro, con rating neutral e JP Morgan ha alzato il prezzo obiettivo su Banco da 2,2 a 2,4 euro, con raccomandazione neutral.

AUTO E TECH IN RITIRATA, NEGATIVA MEDIASET

Sotto pressione gli industriali. Dopo il balzo di ieri, chiudono in negativo i titoli automotive: Fca limita il calo all’1,97%, fanno peggio Pirelli (-3,23%), Brembo (-3,04%). Fanalino di coda è stata Cnh (-3,8%).

Stesso copione per i titoli tech: Stm -3,2%, Prysmian -4,22%.

Negativa anche Mediaset (-1,49%): la causa civile con Vivendi è stata rinviata al 12 marzo del prossimo anno.

CAMPARI E UTILITIES, DIFENSIVI PER ECCELLENZA

Campari (+0,88%) conferma la sua fama di titolo anticiclico per i giorni più difficili. Tengono anche le utilities: Snam +0,49%.

In terreno positivo anche Diasorin (+0,5%) al termine della sua prima seduta tra i Big del FtseMib in sostituzione di Luxottica.

TENGONO PIAGGIO E SAFILO

Tiene Piaggio (+0,22%): Banca Akros ha confermato il giudizio buy, con prezzo obiettivo a 3,1 euro, giudicando favorevolmente i dati sulle immatricolazioni delle due ruote in Italia a novembre.

Positiva anche Safilo (+1,55%). Kepler Cheuvreux però ha ridotto il prezzo obiettivo da 0,93 a 0,8 euro, confermando la raccomandazione reduce. Gli analisti hanno aggiornato le stime per tener conto dell’aumento di capitale da 150 milioni di euro.

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