“La situazione attuale è che c’è un dialogo (tra Italia ed Europa, ndr.), sono sempre fiducioso che si possa arrivare ad un accordo”. Queste le parole pronunciate davanti al Parlamento Ue dal presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, sulle novità arrivate nel weekend sulla manovra. “Non vedo l’opportunità di commentare la situazione italiana, ho detto sempre che i Paesi con un alto debito devono ridurlo, se lo riducono si rafforzano. Non aggiungo altro”, ha aggiunto Draghi.
“Politiche insostenibili conducono alla fine ad aggiustamenti socialmente dolorosi e finanziariamente costosi che possono minare la coesione dell’Unione monetaria. Il numero uno dell’Eurotower in questo caso non ha fatto nomi, ma il riferimento al nostro Paese sembra essere abbastanza chiaro. “Come abbiamo visto nella crisi passata ha continuato Draghi – la zona euro può essere esposta a rischi originati da politiche nazionali insostenibili che risultano da livelli eccessivi di debito, vulnerabilità del settore finanziario e/o assenza di competitività’.
Parlando dell’andamento economico dell’Eurozona, Draghi ha confermato nuovamente che “i dati disponibili dalla mia ultima visita a settembre sono stati più deboli delle attese. Un graduale rallentamento è normale mentre l’espansione matura e la crescita converge verso il potenziale di lungo termine. Parte del rallentamento può essere anche temporaneo. Allo stesso tempo, i rischi legati al protezionismo, vulnerabilità nei mercati emergenti e volatilità nei mercati finanziari resta prominente”.
Sul futuro del quantitative easing, Draghi delinea nuovamente il percorso già tracciato: si chiude a dicembre: “Il Consiglio dei governatori continua ad anticipare che, soggetto ai prossimi dati sulle prospettive d’inflazione a medio termine, gli acquisti netti di asset finiranno alla fine di dicembre. Allo stesso tempo le attuali incertezze richiedono tuttora pazienza, prudenza e persistenza nel calibrare il profilo della nostra politica monetaria”, ha aggiunto Draghi, secondo il quale “un significativo stimolo di politica monetaria è tuttora necessario per sostenere l’ulteriore aumento delle pressioni dei prezzi interni e gli sviluppi nel medio termine”.
Ricordiamo che si avvicina sempre di più la data della decisione sul programma di acquisti di titoli (Qe) prevista nella riunione del 13 dicembre.
Parlando della riforma dell’Eurozona, Draghi ha poi dato il suo appoggio all’idea dell’eurobilancio avallata da Francia e Germania: “La zona euro ha bisogno di uno strumento di bilancio che possa aiutare a mantenere la convergenza (tra i Paesi membri, ndr) dinanzi a shock esogeni, sostenendo in questo modo la politica monetaria” della Bce, ha spiegato Mario Draghi. L’uso di questo bilancio «dovrebbe essere condizionato a politiche economiche e di bilancio che siano sane e rispettose del quadro di governo dell’Unione”.