Dopo una partenza pessima, Piazza Affari recupera ma resta in terreno negativo con un ribasso superiore all’1,10% a ridosso dei 19 mila punti. Perdite più contenute, attorno allo 0,4% per gli altri listini dell’eurozona. Sale invece Londra (+0,2%) in attesa del vertice del governo britannico convocato per discutere il via libera all’accordo sulla Brexit.
L’Italia ha presentato alla Commissione europea un nuovo documento programmatico di bilancio che mantiene inalterati i principali target di crescita e deficit, nonostante i rilievi di Bruxelles, che aveva bocciato la precedente versione perché non conforme alle regole Ue. Nella nuova versione, la stima di crescita del Pil 2019 è mantenuta a 1,5%, mentre per il 2020 il target è indicato a 1,6%. Confermata a 2,4% la stima del deficit/Pil per il 2019, contro 2,9% previsto invece da Bruxelles.
Nella lettera a Bruxelles l’unica concessione riguarda la traiettoria del debito, destinato a scendere grazie alle privatizzazioni, incrementate all’1% del PIL. Potrebbe essere ceduti il 3% di Eni e una quota di Enav (stamane +4%). Barclays scrive che il mercato dà per scontata l’apertura della procedura di infrazione, per debito eccessivo, ma un’accentuazione dei toni anti Europa, da parte del governo, potrebbe indebolire ulteriormente il Btp.
Lo spread si allarga a 309 punti base dopo un balzo a 317 in mattinata,, da 303 di ieri; BTP a 3,50%, da 3,45% di ieri.
Sul fronte macro da rilevare anche la battuta d’arresto del Pil tedesco, in contrazione dello 0,2% sul trimestre precedente.
Ancora debole il petrolio dopo il crollo di ieri: Brent a 65,7 dollari il barile, +0,1%. Si fa strada l’ipotesi di un taglio alla produzione pari a circa 1,5 milioni di barili al giorno, fino ad un massimo di 1,8 milioni di barili. In calo i petroliferi: Eni-2,7%. Saipem-2,8%. Tenaris -2%.
L’allargamento dello spread penalizza le banche e le società finanziarie: Intesa Sanpaolo -1,9%, Unicredit -2%, Banco Bpm -3,2%. Rimbalza Carige (+15%) che ieri aveva lasciato sul terreno il 50% circa.
Giù anche Poste italiane (-3%) e Generali (-1,2%).
Il titolo peggiore è Mediaset (-8,5%), dopo conti che hanno deluso la speranza di una ripresa. Nel terzo trimestre, i ricavi delle attività italiane sono stati pari a 441 milioni di euro, in calo del 7% anno su anno. La raccolta pubblicitaria netta sulle reti televisive generaliste segna un incremento del 4% a 308 milioni. Si sono dimezzati i ricavi della pay Tv, a 71 milioni. Il trimestre si chiude con una perdita operativa di 27 milioni, in miglioramento da -49 milioni di un anno fa.
Prende la via del ribasso anche Tim (-4%) in attesa della probabile contromossa di Vivendi.
Fiat Chrysler -0,5%. Exor+0,3%, ha annunciato un riacquisto di azioni da 300 milioni di euro.
L’indice Stoxx delle società europee dell’automotive è in rialzo dello 0,5%. Cnh Industrial -1,2%.
Fuori dal paniere principale dominano, dopo i conti del trimestre, i cali:
Tonfo di Fila (-5%) che chiude i primi nove mesi con un fatturato di 437 milioni di euro, +12% anno su anno, ma al netto dell’effetto valuta, la variazione è quasi zero. Ebitda rettificato pari a 74 milioni di euro, in linea con le previsioni. Poco sotto le stime l’utile netto, pari a 23 milioni.
Datalogic -12% dopo aver chiuso il trimestre con 151 milioni di euro di ricavi (+5%), a fronte di 26 milioni di euro di Ebitda (+2,2%). Poco sotto le previsioni il risultato netto, a 15 milioni. La società ha rivisto al ribasso le stime sulla crescita del giro d’affari dell’anno in corso.
Geox -15%. I primi nove mesi del 2018 si chiudono con 672 milioni di euro di ricavi, in calo dell’8% anno su anno. La società prevede per l’anno in corso un calo dei ricavi del 6-7%, con Ebitda margin intorno al 5%. La società ha presentato un piano triennale, questi i target: ricavi 950-1000 milioni, Ebitda margin 10%.