Dolcetto o scherzetto? Nella notte di Halloween il Milan si permette di non scegliere, regalando ai suoi tifosi entrambe le cose: il “dolcetto”, perché la zona Champions ha il sapore dello zucchero filato, lo “scherzetto”, perché il popolo rossonero, per poter esultare, ha dovuto attendere il 92’. Il successo sul Genoa infatti potrebbe entrare di diritto sul dizionario dei sinonimi alla voce “cardiopalma”: come definire altrimenti un 2-1 in pieno recupero firmato da Romagnoli con un’improbabile girata? Ma se è giusto dire che era lecito attendersi una prestazione migliore, lo è anche riconoscere che i 3 punti, alla luce della classifica, erano e restano la cosa più importante, tanto più in un momento come questo.
Non bisogna scordare infatti che il Milan, una settimana fa esatta, veniva sconfitto e umiliato dal Betis in casa sua e che il destino del suo allenatore era sostanzialmente legato alle partite con Samp e Genoa. Due vittorie o esonero, questo era il mantra ripetuto da tutti i media (con silenzio complice della società): scenario da spada più che da fioretto, esattamente ciò che meglio riesce a uno come Gattuso.
“Posso piacere o non piacere, non sarò né il primo né l’ultimo a passare dei momenti difficili – ha glissato il tecnico in conferenza stampa – Siamo contenti del quarto posto ma ora dobbiamo rimanerci, sappiamo che è complicato e che non abbiamo ancora fatto nulla ma certo è un qualcosa d’importante, specialmente alla luce di quanto abbiamo passato”.
E così, nel giro di una settimana, il Milan passa dal baratro alla luce, ovvero la zona Champions. Il 2-1 di ieri permette l’aggancio alla Lazio a quota 18 punti, azzerando di fatto il gap creatosi a inizio campionato. Ma se i risultati arrivano (4 vittorie nelle ultime 5), il gioco paradossalmente sembra involversi. I puristi storcono il naso di fronte a una squadra che cambia sistema a ogni partita (ieri 3-5-2 in partenza e successiva conversione al 4-4-2), subisce una caterva di gol (14, mai una gara senza prenderne almeno uno) e perde pezzi pericolosamente (dopo Caldara si è fermato anche Biglia), i risultatisti invece sottolineano il secondo miglior attacco del campionato (un solo gol in meno della Juve), la capacità di reagire e, ovviamente, il quarto posto in classifica.
La verità, come spesso accade, sta nel mezzo ma ciò che resta sono i 3 punti, guadagnati con due gol totalmente agli antipodi. Il primo è arrivato al 4’ con Suso (gran sinistro da fuori area), il secondo, decisivo, in pieno recupero grazie a una girata “alla Ibra” di Romagnoli, aiutata da una colpevole uscita di Radu (92’). In mezzo tante fasi differenti: prima la pressione del Genoa, poi l’inevitabile pareggio (56’, autogol dello stesso Romagnoli), infine un assalto rossonero più di cuore che di cervello che però sembrava aver trovato in Radu un muro invalicabile. Sembrava, appunto, perché poi, come detto in precedenza, il portiere rossoblu l’ha combinata grossa consentendo così al Milan di vincere la partita e a Gattuso di scacciare le streghe. E nella notte di Halloween, si sa, non ci può essere niente di più importante.