Dedicare una settimana a bambini e ragazzi con patologie gravi o croniche. Dormire e mangiare insieme a loro. Assisterli mentre facevano attività che non credevano di poter fare. Con l’obiettivo di farli divertire e di aiutarli ad aumentare la loro autostima, rendendoli più indipendenti. Si chiama volontariato d’impresa ed è stata l’attività dei dipendenti Tim che dal 2010 ad oggi hanno hanno fatto i volontari a Dynamo Camp, primo campo di Terapia Ricreativa in Italia che ospita bambini e ragazzi malati dai 6 ai 17 anni, con programmi rivolti anche alle loro famiglie.
Nel video si vedono Cinzia e Riccardo, due persone di Tim che hanno fatto questa esperienza, raccontando come sono venuti a conoscenza di questa opportunità e come l’hanno vissuta, tra emozioni, domande e scoperte. Un’esperienza che ha cambiato il loro modo di pensare e di vedere la vita, dimostrando che, con la volontà e l’aiuto degli altri, niente è impossibile.
“In Tim – recita una nota – crediamo fortemente nel volontariato d’impresa che consideriamo fondamentale per sviluppare le competenze di inclusione e ascolto. Negli ultimi due anni sono state oltre 10.000 le occasioni di volontariato alle quali hanno partecipato le persone di Tim. Stiamo parlando di vari progetti che spaziano dalla donazione del sangue, alle adozioni di bambini a distanza, ai banchetti della solidarietà e alle manifestazioni sportive come Race for the Cure”.
Il volontariato d’impresa in Italia, un po’ di numeri
In Italia il volontariato d’impresa è approdato qualche anno fa, interessando prima le filiali delle multinazionali, poi le grandi aziende italiane e infine le Piccole Medie Imprese. E’ un fenomeno nato negli USA, in seguito arrivato anche in Europa. La definizione di volontariato d’impresa condivisa da Fondazione Sodalitas è questa: “Un progetto in cui l’impresa incoraggia, supporta o organizza la partecipazione attiva e concreta del proprio personale alla vita della comunità locale o a sostegno di organizzazioni nonprofit, durante l’orario di lavoro”.
Ma cosa spinge le aziende a proporre ai dipendenti iniziative di questo tipo? Secondo una ricerca svolta da Sodalitas in collaborazione con GfK Italia, le motivazioni aziendali sono due, una verso l’esterno e una verso l’interno.
Per quanto riguarda l’esterno, il 64% delle aziende vuole contribuire a sostenere progetti di enti no profit o di altre organizzazioni verso la comunità, il 49% vuole sostenere la reputazione aziendale mentre il 34% intende sviluppare reti sociali locali per creare valore.
Sul fronte interno, il 47% delle società mira a promuovere una maggiore motivazione e coesione al proprio interno e il 14% vuole sviluppare delle competenze tra i dipendenti. In Italia il 38% di questi progetti sono gestiti nelle aziende dalla funzione Corporate Social Responsibility e il 21% dalle Risorse Umane. Al primo posto come area tematica per il volontariato d’impresa c’è l’ambiente, seguito dai temi del sociale (giovani, infanzia, disabili, senzatetto, donne, stranieri ecc).
E i risultati ci sono davvero, stando a quanto dice questa ricerca: il 60% delle aziende sottolinea che i dipendenti si sentono più coinvolti, il 49% segnala il miglioramento del clima aziendale, il 38% un miglior lavoro di squadra e il 28% la fidelizzazione dei dipendenti.
Sempre secondo le società che hanno partecipato a questa ricerca, le iniziative di volontariato d’impresa contribuiscono a migliorare anche la reputazione aziendale (57%) e le relazioni nella comunità (49%).