Anno di vacche magre il 2018 per le matricole di Piazza Affari: fino a ottobre sono state solo due le Ipo che la Borsa di Milano ha visto completate e riguardano Carel Industries e il Gruppo Piovan.
Nel dettaglio, Carel è un’azienda padovana che si occupa di sistemi di condizionamento dell’aria. È sul mercato dallo scorso 11 giugno avendo già guadagnato il 34,5%. Piovan è invece una compagnia leader mondiale operante in 70 paesi che si occupa di apparecchiature ausiliarie, soluzioni ingegneristiche e servizi per l’industria della plastica, valutata nel collocamento in corso a circa mezzo miliardo di euro e le cui quotazioni a Piazza Affari inizieranno il prossimo lunedì 19 ottobre.
Ciò che sta raccogliendo la Borsa di Milano è solo lo specchio di ciò che le principali piazze internazionali vedono ogni giorno: saldi negativi dei titoli, spread alle stelle e avverse condizioni politiche che si riflettono su un mercato al collasso. Qualunque collocamento al momento sconta un rischio Italia più alto e i multipli cresciuti negli ultimi anni sono diminuiti oggi del 10-15%.
Di fronte a questa incertezza, suonano incoraggianti le parole di Stefano Rangone, presidente di Mediobanca: “Il mercato oggi è molto selettivo e in questo contesto sono avvantaggiate le aziende dotate di un chiaro vantaggi competitivo, una elevata e credibile crescita, una forte quota di export internazionale che possono generare ancora forte interesse. Gli investitori sono potenzialmente ricettivi a chi offre opportunità interessanti: per questo gli imprenditori con simili caratteristiche non dovrebbero farsi spaventare dall’incertezza e avviare percorsi di quotazione”.
Ad aver rallentano sulle Ipo per il 2018 sono state numerose aziende, anche di grandi dimensioni: da Sigaro Toscano, il tabacco della famiglia Montezemolo, che ha rinviato la quotazione a causa delle avverse condizioni dei mercati proprio la scorsa settimana. Per la stessa ragione lo scorso 29 maggio aveva rinunciato alla quotazione l’utility toscana Estra. Grande dietrofront quello del colosso alimentare italiano Eataly che ha posticipato ogni decisione in merito all’Ipo al 2019. Anche la controllata di Fca nelle tecnologie auto Magneti Marelli che vale 5-6 miliardi sta pensando a una alternativa all’Ipo e negozia con il fondo americano Kkr. In stand-by anche Alpitour e Nexi.