Piano straordinario per il Made in Italy, Nuova Sabatini, misure per il Mezzogiorno. Su questi tre capitoli di spesa c’è poco o niente negli allegati al Documento di economia e finanza. Nulla impedirà al Consiglio dei ministri o al Parlamento di inserire nuove misure nel testo della legge di Bilancio, ma al momento le intenzioni del Governo non sono chiare e gli impegni presi restano fumosi.
PIANO PER IL MADE IN ITALY
A settembre la cabina di regia sull’internazionalizzazione aveva espresso la necessità di rifinanziare il piano straordinario per il Made in Italy con 130-150 milioni per il 2019. Negli allegati al Def, tuttavia, non ci sono richieste in questo senso da parte del ministero dello Sviluppo economico.
NUOVA SABATINI
Non pervenuta fin qui anche la richiesta di rifinanziamento per la cosiddetta “Nuova Sabatini”, la norma che garantisce finanziamenti agevolati alle imprese che acquistano o prendono in leasing beni strumentali nuovi. Secondo i tecnici del Governo, i soldi già stanziati potrebbero bastare. Non la pensano allo stesso modo le associazioni di categoria, che temono l’esaurimento dei fondi.
INTERVENTI PER IL SUD
Nel programma nazionale di riforma inserito nel Def si parla di Mezzogiorno solo in modo generico, come l’attuazione dei “patti per il Sud”, il rafforzamento della “capacità del Mezzogiorno di gestire programmi culturali” o l’attenzione alle “specificità del Sud Italia”.
Il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, ha però assicurato che il governo ha intenzione di rifinanziare per altri tre anni (2019-2021) il bonus Sud, che garantisce una decontribuzione completa fino a un massimo di 8.060 euro l’anno e per un massimo di 36 mesi su tutte le assunzioni (cioè senza limiti di età, ma a patto che il lavoratore sia disoccupato da almeno sei mesi) alle imprese di Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna. Non è escluso che il bonus Sud possa essere assorbito in un’agevolazione a carattere nazionale.