Si torna a ballare. Piazza Affari a metà mattina accusa perdite superiori al 2,3%, sotto 19.900 mila punti, sulla scia delle aspre critiche alla manovra così come anticipata dal documento inviato alla Commissione Ue.
L’onda negativa lambisce gli altri listini di Eurolandia: Francoforte (-0.5%), Parigi (-0,6%) e Madrid (-0,4%) Londra -0,3%.
In Germania la produzione industriale, in agosto è scesa dello 0,3%, è il terzo mese consecutivo di ribasso. Il consensus stimava +0,4%. La fiducia degli investitori nella zona euro a ottobre è calata più di quanto ci si aspettasse. Lo mostrano i dati dell’indagine Sentix pubblicati oggi, che individuano come causa principale le politiche fiscali italiane e gli obblighi di maggior controllo sulla compliance dell’industria automobilistica in fatto di emissioni.
L’indice è calato a 11,4 punti dai 12 di settembre. Il consensus Reuters aveva previsto una performance di 11,7.
Sotto tiro l’euro: la moneta unica torna a scendere sotto quota 1,15 dollari a 1,1498 da 1,1524. Nelle ultime due settimane il cambio è sceso del 2,369%. La moneta unica scende sotto quota 131 rispetto allo trattando a 130,84 yen (da 131 di venerdì sera e scende a 1,1401 franchi svizzeri da 1,1437. Sale solo rispetto alla sterlina, cross a 0,8975, in piena bagarre per la Brexit.
Lo spread Btp – Bund torna di nuovo sopra quota 300 punti base, a 305 punti, da 279 di venerdì. Il decennale italiano si indebolisce a 3,56% da 3,41% della chiusura. Si rafforza quello tedesco, a 0,55%, da 0,57% di venerdì. Il rendimento del biennale italiano sale di 20 punti base a 1,52%.
Matteo Salvini intanto va a caccia di nemici vecchi e nuovi. Nel mirino del vicepremier ci sono le agenzie di rating. “Mi auguro che non ci sia un pregiudizio su questo governo”, tuona aggiungendo che “spero non ci sia qualcuno che ha come obiettivo quello di costringere l’Italia a svendere suoi gioielli, penso a Enel, Eni, Generali, Poste”, in seguito a una tempesta sull’economia nazionale. Lo stesso Salvini, bontà sua, aggiunge che il governo non è in ogni caso intenzionato a mettere in discussione la permanenza dell’Italia nella moneta unica: “Di irreversibile c’è solo la morte fortunatamente e tutto resta discutibile, ma l’uscita dall’euro o la revisione dell’euro non è all’ordine del giorno né oggi, né domani, né dopodomani”.
Infine, in una giornata segnata anche dal brusco tonfo dei mercati cinesi (-3,4% l’indice Csi300), scende anche il petrolio: Brent -1,3% a 83,3 dollari il barile, dal +1,7% della scorsa settimana. Bloomberg riferisce di un negoziato in corso tra Stati Uniti e paesi compratori di petrolio iraniano, con questi ultimi a chiedere a Washington di poter andare avanti con gli acquisti. Eni -1,9%. Il governo lavora ad un’addizionale IRES sui petroliferi.
La turbolenza sui titoli del debito si fa sentire soprattutto sui bancari: l’indice di settore -3,5% scende ai minimi del febbraio 2017. Al solito il bersaglio preferito sono le ex Popolari: Banca Bpm -5,8%, Ubi -5%, Mediobanca perde oltre il 4,5%. Sotto tiro Carige a nuovi minimi. Banca Monte Paschi e Banca Ifis -6%.
Banca Mediolanum -3,25%. UnipolSai -2,3%.
Nel resto del listino Tim -1,1%. Il Ministero dell’Economia vuole rivedere i meccanismi di pagamento delle concessioni all’uso delle frequenze per la telefonia 5G, in modo da accelerare l’incasso, oggi diluito su più anni. Venerdì Fitch ha tagliato l’outlook da stabile a negativo, confermando il rating BBB-. Secondo l’agenzia di rating, l’aumento della concorrenza che potrebbe esercitare una pressione sull’ebitda.
Poste italiane -2,6%, non dovrebbe essere coinvolta nel salvataggio dell’Alitalia: la faccenda, secondo il Sole 24 Ore sarà gestita da Ministero dell’Economia, FS ed un operatore cinese.
In calo anche Enel (-0,4%): Credit Suisse ha ridotto il target a 6 euro da 6,4. Hsbc ha tagliato il target di Prysmian -0,5%.
In pesante calo Leonardo -2,6% e Fincantieri -4,7%. Vari rumors parlano di un’aggregazione per creare un polo della difesa e della cantieristica nell’ambito di un progetto più ampio che porterebbe sotto il cappello di Cassa depositi e prestiti le principali partecipazioni pubbliche.
Perde colpi anche Fiat Chrysler -3,2%. Il 30 ottobre usciranno i risultati del terzo trimestre. Mediobanca Securities prevede un ebit in aumento del 10% a 1,93 miliardi di euro grazie ai risultati dell’area Nafta.
Rimbalza Astaldi +8% che domani verrà esclusa dal segmento Star.