Dopo settimane di discussioni e vertici di governo, di spread in altalena e Piazza Affari sotto pressione, la nota di aggiornamento del Def è giunta in Parlamento e andrà in discussione alla Camera la prossima settimana. Il documento è stato inviato anche a Bruxelles, anche se per la valutazione formale della manovra si dovrà attendere l’invio del Documento programmatico di Bilancio. Emergono nuovi dettagli settore per settore.
Sulla sanità il ministro Giulia Grillo avrebbe ottenuto un aumento della spesa, per quanto le cifre esatte non siano ancora state confermate: è previsto che saranno 115,4 i miliardi destinati ad Asl e ospedali, due in più rispetto a quelli previsti attualmente, e che il titolare del dicastero della salute intende usare prima di tutto per abrogare il superticket da 10 euro su visite e analisi. Il ministro ha infatti affermato che lasciare ai livelli di 113,4 miliardi il fabbisogno della Sanità pubblica italiana comporterebbe un rischio per l’intero comparto. È invece necessario a suo avviso portare questa cifra al 117,2 miliardi per il prossimo anno fino a crescere nel 2021 a 121,8 miliardi, anche se non vi è alcun chiarimento sulle coperture o sui tagli da operare per rendere più efficiente il sistema.
La manovra vale circa 40 miliardi e sarà finanziata in deficit, aprendo già un fronte con Bruxelles: 16 sono destinati alle misure imposte dai due vicepremier Di Maio e Salvini e contenute nel contratto di governo, quindi 9 miliardi per il reddito di cittadinanza e 7 per il superamento legge Fornero per il mercato del lavoro, 2 miliardi per la flat tax, 1 miliardo e non più due per la riforma dei centri dell’impiego, un miliardo per le assunzioni straordinarie per le forze dell’ordine e 1,5 miliardi rimpolperanno il fondo destinato ai risparmiatori danneggiati dai crack bancari. Inoltre, sarà necessario disinnescate le clausole di salvaguardia per impedire l’aumento dell’Iva da 12,4 miliardi, finanziare le spese obbligatorie da 3,5 miliardi e gli investimenti promessi da 3,6 miliardi.
Il capitolo sulla crescita dell’economica italiana è il più ottimistico e riporta dati al di sopra di quelli stimati dai più influenti organismi internazionali: per il 2019 si parla di un aumento della crescita del +1,5%, che sale all’1,6 nel 2020 e torna all’1,4 nel 2021. Per la riduzione del debito invece, che oggi si attesta al 130,9%, si punta al 130% per il 2019, 128,1% per il 2020 e 126.7% per il 2021. Visto al ribasso anche il tasso di disoccupazione, al 9,8% nel 2019.