Nella media dei paesi Ocse, in passato le liberalizzazioni degli orari di apertura di negozi e centri commerciali hanno avuto impatti positivi sull’occupazione, mentre quelli sulle vendite e sui prezzi non sono statisticamente significativi. È quanto emerge da una stima econometrica dell’Ufficio parlamentare di bilancio. A parlarne è stato il presidente dello stesso Upb, Giuseppe Pisauro, nel corso di un’audizione in commissione Attività produttive della Camera sulla proposta di legge che punta ad abolire la liberalizzazione delle aperture introdotta dal governo Monti nel 2011.
L’analisi si concentra sugli effetti di riforme analoghe approvate nell’ultimo ventennio dai maggiori paesi avanzati. E Pisauro sottolinea che il decreto Salva Italia di sette anni fa ha prodotto “un effetto espansivo sull’occupazione più forte rispetto a quello medio associato alle riforme in altri paesi, come la Francia, la Germania e la Finlandia”.
Il Presidente dell’Upb spiega che fra il 2008 e il 2017 il fenomeno del lavoro dipendente domenicale è cresciuto, interessando più fasce di età e anche soggetti con formazione medio-alta. E la quota degli occupati dipendenti utilizzati per lavoro domenicale nel commercio ha quasi raggiunto quella dei lavoratori indipendenti attivi la domenica nello stesso settore.
Proprio il commercio al dettaglio è uno dei settori economici che maggiormente sta contribuendo a salvaguardare i livelli occupazionali, soprattutto grazie alla crescita della grande distribuzione. Pisauro spiega che, a fronte di una dinamica contenuta delle vendite, si è osservata una ripresa del numero di lavoratori dipendenti: da 1,050 milioni del secondo trimestre del 2008 a quasi 1,2 milioni dello stesso periodo del 2018. Non solo: nel terzo trimestre di quest’anno il numero delle posizioni lavorative dipendenti nella piccola distribuzione (circa 560 mila) ha superato i livelli del 2010.
A questo ha contribuito anche l’afflusso di persone che si dedicano agli acquisti la domenica. Dai dati dell’Indagine Istat sull’uso del tempo emerge che nel 2014 le persone con più di 15 anni che hanno effettuato acquisti la domenica sono state il 24,2%, contro il 51,9% del sabato e il 43% dei giorni feriali. Quanto al tempo medio dedicato agli acquisti, il dato relativo alla domenica è sostanzialmente analogo a quello degli altri giorni feriali e appena inferiore a quello del sabato.