Il governo del cambiamento in carica, i cui più importanti esponenti sono al momento i quattro cavalieri dell’ Apocalisse (Conte, Salvini, Di Maio, Toninelli) e che si era presentato al pari di un camaleonte nè di destra né di sinistra, non può che essere giudicato dai fatti per comprendere a quali culture politiche facciano riferimento, volenti o nolenti. I primi atti del governo camaleonte, associati alla cacofonia declamatoria, fanno tornare alla memoria gli atti del partito bolscevico guidato da Stalin, sia quelli del partito peronista argentino ai tempi di Evita Peron. Ad esempio appartiene alla prassi del partito bolscevico la dichiarazione di Conte “non possiamo aspettare i tempi della giustizia” per il crollo del ponte a Genova.
Come noto l’alternativa, alla giustizia della Costituzione sono I tribunali istituiti in nome del popolo; le dichiarazioni di Salvini sui rom riecheggiano la caccia ai kulaki russi; l’attacco di Di Maio alla Ragioneria generale dello Stato e al direttore generale del Tesoro (o con noi o contro di noi) mostrano una pericolosa attitudine ad imitare l’occupazione di ministeri praticata dai membri del partito bolscevico: dal canto suo, il Toninelli che vorrebbe espropriare Autostrade rischia di far tornare alla mente la prassi della guerra ai latifondisti della rivoluzione di ottobre.
Evita Peron è la più amata dai quattro caviglieri dell’Apocalisse il cui lessico politico dilaga in ogni dichiarazione dei quattro: il Def per il popolo, la festa sotto il balcone per festeggiare il nuovo debito pubblico, aboliamo la povertà, noi abbiano a cura i cittadini e non la UE volendo offrire un pasto gratis a chi non lavora e rendere felici le famiglie.
Si aggiunga che il nuovo mentore dei quattro è Steve Bannon estimatore di Iulius Evola che sollecitò le leggi razziali firmate dal re savoiardo. Evola poi si avvicinò ai nazisti più propensi alla creazione della razza pura.
Infine, non si dimentichi che il vincolo di mandato per I parlamentari fu introdotto, caso unico nella storia, ai tempi della Comune di Parigi che innalzò la bandiera rossa sul tetto del municipio. Dove ci porterà il frullato politico ideologico di Stalin, Evita Peron e Steve Bannon è una prospettiva inquietante.