Ci si aspettava che Nairo Quintana sull’Alto de les Praeres tirasse fuori le ali del Condor dopo il primo timido assaggio di venerdì sulla Camperona ma a deludere sul muro finale della tappa è stato proprio lui, incapace di reagire negli ultimi 500 metri dalle pendenze asfissianti allo scatto vincente di Simon Yates fino a perdere le ruote anche di Valverde, Lopez e Pinot. Niente di compromesso, un affare di pochi secondi ma importanti per capire come variano le forze in campo: Yates di nuovo in maglia rossa è apparso il più tonico di tutti, bravo tatticamente a non sprecare energie dopo la lezione patita al recente all’ultimo Giro d’Italia. Tante altre montagne (e la crono di martedì) attendono i corridori a partire dalla lunga ascesa ai Lago de Covadonga di oggi: tutto resta aperto con questa classifica cortissima che vede un poker di big raccolti in meno di un minuto, con il secondo, Valverde, ad appena 20” seguito da Quintana a 25” e Lopez a 47”. Senza dimenticare che anche Kruijwijck e Uran, quinto e sesto, sono a meno di un minuto e mezzo. Mutano però le sensazioni, quelle positive che in cima alla Camperona volgevano a favore di Quintana, pur non avendo fatto cose strabilianti, ieri si sono spostate in direzione di Yates, il folletto di Bury. Anche in casa Movistar, vista la forma di Valverde e la scarsa propensione ad attaccare di Quintana, si ripropone il problema della scelta del numero uno che fino alla Camperona pareva orientata sul colombiano.
Ha deluso Quintana ma non la tappa di ieri che è stata fin qui la più bella e combattuta della Vuelta con i big che hanno preso in mano le redini della corsa nella salita finale dopo che uno di loro, Mikal Kwiatkowski, ha cercato di far saltare il banco andando in fuga con altri cinque compagni che poi ha lasciato per strada macinando chilometri e salite da solo, un’azione di forza e di classe del campione polacco che si è esaurita solo sulle rampe finali di Les Praeres. A guidare l’inseguimento del gruppo dei migliori, sull’ultima colle prima dell’ascesa finale, è stato un ritrovato Nibali che si è cimentato in lunghissime tirate come se si volesse testare. E la risposta che si è data lo Squalo deve essere stata più che positiva visto che a un certo punto decideva di tirare in remi in barca mostrando alla telecamera per scherzo la lingua di fuori a penzoloni con un sorriso che la dice lunga sul ritrovato buonumore del fuoriclasse italiano. Anche Fabio Aru, pur cedendo altri secondi, ha chiuso nei primi dieci sul traguardo risalendo dal 17esimno al 13 esimo posto in classifica a 3’26” da Yates.