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Argentina e dazi fanno male alla Borsa

Tutti in rosso i listini azionari a metà seduta – Piazza Affari in ansia per il verdetto di Fitch sull’Italia – Telecom Italia e Pirelli in forte rosso – Male anche Moncler – In parziale recupero Tenaris – Bene Stm e Ubi.

Argentina e dazi fanno male alla Borsa

Piazza Affari in rosso nell’attesa del verdetto di Fitch sul rating italiano. Sugli altri mercati dell’Eurozona intanto pesa la nuova minaccia di dazi Usa sulle auto europee. Piazza Affari arretra di mezzo punto sotto 20.400 punti. Fanno peggio Francoforte e Parigi che perdono quasi un punto a fronte delle parole del presidente Usa che giudica “non abbastanza buona” la proposta degli europei che “hanno l’abitudine di comprare le loro auto e non le nostre”. DaimlerVolkswagen Bmw perdono attorno all’1,5%. A Piazza Affari Fiat Chrysler arretra dell’1,27%. 

In rosso anche Londra -0,45% nonostante il balzo di Whitbread +16% dopo aver ceduto il caffè Costa a Coca Cola per 3,9 miliardi di sterline. Ad aggiungere nuove tensioni ci pensa la crisi del peso argentino.  La moneta di Buenos Aires ha segnato nuovi minimi storici malgrado l’aumento dei tassi al 60% e l’impegno del Fmi a rivedere la tempistica dei pagamenti previsti nell’ambito del piano di salvataggio da 50 miliardi di dollari. 

Mediobanca Securities giudica modesto l’impatto della crisi argentina sulle aziende italiane. Fca nel 2017 ha venduto in Argentina il 2% dei suoi veicoli. Anche per Cnh Industrial -0,72% l’impatto non dovrebbe superare il 3-4%. Anche per Enel -0,6% l’impatto dovrebbe essere limitato al 2-3% dell’ebitda.  Recupera Tenaris +0,85%: la società riceve addirittura un vantaggio dalla svalutazione del peso in termini di costi occupazionali più bassi, visto che il 24% della forza lavoro del gruppo è basata in Argentina. Barclays rimane Overweight con target price 19,60 euro.  

Soffre anche lira turca, stamane in ripresa (ma ancora sotto dell’8,2% in settimana). Recupera Astaldi +1% su cui pesa la crisi di Ankara. La società ha detto in una nota ieri che trattative per la cessione degli asset della concessionaria del terzo ponte sul Bosforo, condizione sospensiva per il piano di rafforzamento patrimoniale del gruppo, sono in fase avanzata.   

In lieve recupero il secondario italiano dai picchi di ieri. Il rendimento del Btp decennale è in calo di 5 punti base a 3,15%. Spread a 280 punti base, da 285 di ieri il livello più ampio dal 2013. Ma rispetto al nuovo benchmark (scadenza dicembre 2028) che rende il 3,310% la forbice è già più alta, a 295 punti.  Il pronunciamento di Fitch sul rating dell’Italia, attualmente valutata BBB, outlook stabile, arriverà solo dopo la chiusura di Wall Street.  

Il Pil dell’Italia nel secondo trimestre è aumentato dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dell’1,2% nei confronti del secondo trimestre del 2017. L’Istat ha, dunque, rivisto al rialzo la precedente stima di una crescita tendenziale dell’1,1%. Ad agosto l’indice nazionale dei prezzi al consumo ha registrato un aumento dello 0,5% su base mensile e dell’1,7% su base annua (da +1,5% di luglio). 

Prevalgono le vendite, su scambi modesti, in Piazza Affari, concentrata sull’attesa del giudizio di Fitch. Le banche scendono dello 0,37% in linea con il resto d’Europa -0,5%. Unicredit -0,6%, Intesa -0,67%. Ubi +1,4%, Morgan Stanley ha ritoccato il target a 3,70 euro da 3,50 euro. 

  • In netto calo alcune blue chip: Pirelli -2,9%: Berenberg ha ridotto il giudizio a “sell” con un target a 6,5 euro. 
  • Drammatica la discesa di Telecom Italia -3% abbondante a nuovi minimi dal 2013.   
  • Scende anche Moncler –2,54% per effetto di prese di beneficio dopo i forti guadagni. 
  • Eni -0,2%: l’agenzia Standard and Poor’s alza il rating di lungo termine a A- da BBB+ con outlook stabile. 

Nel resto del listino: bene Juventus +2,2% e Roma +0,3% dopo i sorteggi di Champions League. Piaggio +2%, Isagro +1%.

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