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I dazi di Trump guastano la festa di Wall Street

La Borsa americana festeggia la più lunga corsa del Toro della storia, ma la riapertura della guerra commerciale rischia di favorire l’avvento dell’Orso – Frena in Borsa l’auto europea sulla scia del tonfo di Continental – Atlantia contrattacca dopo l’ennesimo ribasso

I dazi di Trump guastano la festa di Wall Street

Wall Street festeggia la più lunga corsa del Toro della storia: 3.453 giorni di mercato al rialzo, che hanno permesso di aumentare la capitalizzazione di 18.000 miliardi di dollari. Nello stesso giorno il ribasso da gennaio della Borsa di Shanghai è arrivato al 26%: la guerra dei dazi ha favorito l’avvento dell’Orso. È in questa cornice che Usa e Cina hanno ripreso i negoziati sui commerci. Per ora in tono minore, a livello di sottosegretari, e senza rinunciare all’ultima raffica di aumenti: tariffe in aumento al 25% per 16 miliardi di importazioni cinesi in Usa, altrettanto per le merci Usa verso Pechino. Trump, per giunta, ha riaperto il dossier degli aumenti sulle auto in arrivo dall’Europa.

ARRETRA LA CINA, DOLLARO SU DOPO LE MINUTE FED

Ma a raffreddare l’entusiasmo dei mercati Usa per i record è soprattutto la delicata situazione giudiziaria di Donald Trump dopo la decisione del suo avvocato personale, Michael Cohen, di collaborare con il suo grande accusatore, il procuratore Robert Mueller. Intanto la lettura dei verbali della Fed conferma che la Banca centrale si accinge a un nuovo round di aumento dei tassi.

L’incertezza ha così frenato la voglia di far festa. Arretrano le Borse cinesi (indice Csi 300 -0,4%, Hong Kong -0,7%), il Giappone è sulla parità nel finale di seduta.

Si rafforza il dollaro dopo la pubblicazione dei verbali della riunione della Federal Reserve: 110,8 sullo yen, 6,87 sullo yuan cinese, in rialzo dello 0,5% dopo cinque giorni consecutivi di flessione.

L’euro ieri sera ha chiuso a 1,159 su dollaro, sesto giorno consecutivo di apprezzamento su dollaro, stamattina il cross è 1,155.

Contrastate le Borse Usa, frenate dalle vicende giudiziarie del presidente: Dow Jones -0,34%, S&P 500 -0,04%. Nasdaq +0,38%

PETROLIO AI MASSIMI, SALTA LA QUOTAZIONE DI ARAMCO

Si accende il prezzo del petrolio. ai massimi delle ultime tre settimane. Stamane tratta a 74,7 dollari il barile: sono scese di 5,8 milioni di barile, le scorte strategiche degli Stati Uniti, molto più del previsto.

L’Arabia Saudita ha rinunciato alla quotazione del colosso petrolifero Aramco. Secondo Reuters, il governo saudita non procederà con l’Ipo, una decisione, secondo le fonti dell’agenzia, presa qualche tempo fa ma ma nessuno puo’ renderla pubblica, quindi saranno comunicati continui ritardi e poi sara’ annunciato il passo indietro’, hanno detto le fonti sentite, secondo cui i consulenti finanziari che stavano lavorando alla quotazione sarebbero rimasti disorientati quando l’Arabia Saudita ha spostato l’attenzione sulla possibile acquisizione di ‘una quota strategica’ del gruppo petrolchimico locale Saudi Basic Industries. Nel 2016 il principe ereditario Mohammed bin Salman aveva annunciato il piano di vendere il 5% di Aramco tramite quotazione nazionale e internazionale. Secondo le previsioni l’Ipo, la maggiore di sempre, avrebbe fatto emergere un valore di oltre 2.000 miliardi di dollari.

A Piazza Affari alla ribalta Saipem (+2%). Eni +0,6%, poco mossa Tenaris.

DEBOLE L’EUROPA, FRANA CONTINENTAL

Mercati europei intorno alla parità, spaventati dai nuovi dazi da parte degli Stati Uniti e dall’allarme sull’auto. A sostenere gli indici è stato il rally del petrolio.

Piazza Affari ha chiuso in calo dello 0,41%, a quota 20.699 punti. Fanno meglio Madrid (+0,33%), Parigi (+0,22%), Londra (+0,14%) e Francoforte (+0,01%).

Fra i titoli tedeschi da segnalare Continental in caduta del 13%. La società, leader nel segmento pneumatici, ha tagliato le previsioni 2018 perché si aspetta minori vendite, costi più alti e maggiori richieste di risarcimenti.

LO SPREAD SOPRA 270 PUNTI. FT: CPITALI IN FUGA DAI BTP

S’indebolisce l’obbligazionario: il rendimento del decennale risale al 3,06%, mentre lo spread con il Bund si porta a 270.80 punti, +2,97%.

Secondo il Financial Times, continua la fuga degli investitori esteri dai titoli di Stato italiani. A giugno, il totale di Btp posseduti da investitori stranieri è diminuito di 38 miliardi di euro.

La Germania ha collocato ieri 2,424 miliardi di Bund decennali a un tasso medio di 0,30%, da 0,47% dell’asta precedente.

Diffuso nel primo pomeriggio, un report di Goldman Sachs ha rivisto al ribasso la propria stima sul rendimento del decennale tedesco a fine 2018, proiettandolo ora a 0,50% dal precedente 1%.

SOTTO TIRO PIRELLI, ACQUISTI SU PININFARINA

Pirelli (-4,58%) è stata investita dalle vendite scatenate dal warning di Continental. La Bicocca ha fatto sapere in serata che “in merito ad ipotesi di possibile deterioramento del mercato non rileva cambiamenti significativi che abbiano un impatto sulle proprie previsioni sull’esercizio in corso comunicate in occasione dei dati del primo semestre”. Giù anche Brembo (-2,5%) e Sogefi (-5,1%).

Negativa anche Fiat (-1,2%) che subisce gli effetti delle minacce di dazi lanciate da Trump. Indiscrezioni di stampa riportano di un’offerta su Magneti Marelli da parte di KKR attraverso il braccio operativo giapponese Calsonic Kansei. Per Bloomberg, Magneti Marelli può valere fino a 7,6 miliardi di dollari, debito compreso, secondo un confronto con i peer, e potrebbe ottenere un elevato merito di credito sbarcando in borsa. Gli analisti calcolano che il fornitore di componentistica auto potrebbe generare oltre 2 miliardi di dollari in dividendi a favore di Fiat Chrysler, utilizzabili per ridurre il debito o costruire operazioni di finanza straordinaria infragruppo.

Pininfarina in deciso rialzo (+5,04%), in un mercato che elabora la notizia del prossimo incontro con gli analisti a settembre, il primo dal 2008, che si immagina dia qualche target in grado di sostenere le quotazioni.

ATLANTIA: “BASTA ESTERNAZIONI, CE NE POSSIAMO ANDARE”

Ieri Atlantia ha invertito bruscamente la tendenza positiva iniziale arrivando a perdere il 4% con un prezzo intorno a 18,15 euro (19,34 euro in mattinata). La società ha deciso di passare al contrattacco contro il governo, il consiglio d’amministrazione ha “avviato la valutazione degli effetti delle continue esternazioni e della diffusione di notizie sulla società, avendo riguardo al suo status di società quotata, con l’obiettivo di tutelare al meglio il mercato e i risparmiatori” dopo aver subito un ribasso del 27% (5,5 miliardi) in Borsa. La società sta inoltre valutando, dopo le polemiche sulla possibile nazionalizzazione, l’impatto di una possibile uscita dal business delle autostrade in Italia.

Il governo sarebbe diviso sulle azioni da intraprendere dopo la tragedia di Genova: il Movimento 5 Stelle vorrebbe far tornare le concessioni all’Anas, la Lega non vuol sentire parlare di statalizzazione e sarebbe favorevole a un parziale intervento della Cassa Depositi e Prestiti. Moody’s ha avvisato ieri sera di aver messo sotto revisione, in vista di un possibile declassamento, il rating di Atlantia. Il provvedimento riguarda anche il merito creditizio di Autostrade per l’Italia. Attualmente il rating di ASPI è Baa1, quello di Atlantia è Baa2.

Tim+0,1%. Il Sole 24 Ore afferma che la società sta lavorando a un’intesa infrastrutturale con Dazn per superare i buchi dello streaming. Si studia anche un allargamento degli accordi sui contenuti da portare su Timvision.

BOOM DI BANCA GENERALI

Banche incerte: Intesa -1,4%, Unicredit poco mossa, Ubi Banca +0,6%.

Poste italiane -2,2%. Bene il comparto assicurativo: Generali +1%, UnipolSai +2%, Unipol +1%.

Contrastato il mondo degli asset manager: Banca Generali+2,4%, FinecoBank -1,5%.

Stm -1%. Italgas -2,1%.

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