“Non possiamo attendere i tempi della Giustizia ordinaria e pertanto avviamo subito la revoca della concessione ad Autostrade” dopo il drammatico crollo del Ponte Morandi, che ha fatto decine di morti e feriti e ha rovinato auto, camion e abitazioni sconvolgendo tutta Genova. È quanto ha annunciato il premier Giuseppe Conte al termine di una riunione straordinaria del Consiglio dei ministri svoltasi nella prefettura del capoluogo ligure.
“Non ci fidiamo più di voi” aveva detto il premier al rappresentante della società della famiglia Benetton in un incontro avvenuto nella giornata di ieri. Ovviamente Autostrade non ci sta, sostiene di “essere sempre stata corretta”, di aver fatto la manutenzione prevista, nega che allo stato attuale delle indagini si possa arrivare a conclusioni attendibili sulle responsabilità e si dichiara pronta a ricostruire il ponte in 5 mesi.
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La mossa del Governo può certamente aprire un contenzioso miliardario perché la clausola di concessione alla società autostradale prevede fortissime penali in caso di revoca, ma ormai il dado è tratto, anche se, per la verità, il comunicato ufficiale del Consiglio dei ministri non fa cenno all’avvio della revoca.
Smentite invece le dimissioni dell’amministratore delegato di Atlantia, la holding dei Benetton che controlla Autostrade per l’Italia, malgrado le richieste avanzate dal ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli. Ma, dopo il tonfo di martedì, quando il titolo ha perso più del 5%, per Atlantia si preannuncia un’altra giornata di fuoco in Borsa, mentre il bond di Autostrade sta crollando a picco sui mercati obbligazionari.
Il Governo Conte nominerà un Commissario straordinario per la ricostruzione di Genova e ha stanziato 5 milioni per i primi interventi ma il ritorno alla normalità richiederà mesi, con effetti devastanti sull’economia del capoluogo ligure, la cui viabilità è gravemente compromessa. Il Governo ha previsto per il capoluogo ligure lo stato di emergenza per 12 mesi.
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L’annuncio della revoca della concessione di Autostrade per l’Italia “è stato effettuato in carenza di qualsiasi previa contestazione specifica alla concessionaria ed in assenza di accertamenti circa le effettive cause dell’accaduto”. Questa la replica di Atlantia in una nota.
“Pur considerando che anche nell’ipotesi di revoca o decadenza della concessione (secondo le norme e procedure nella stessa disciplinate) spetta comunque alla concessionaria il riconoscimento del valore residuo della concessione – si legge ancora – dedotte le eventuali penali se ed in quanto applicabili, le modalità di tale annuncio possono determinare riflessi per gli azionisti e gli obbligazionisti della società”.
Perciò, Atlantia “continuerà a supportare la controllata Autostrade per l’Italia nelle interlocuzioni con le istituzioni in questa delicata fase avendo riguardo anche alla tutela dei propri azionisti ed obbligazionisti con una corretta e tempestiva informazione al mercato”, conclude la nota.