Ubi Banca ha chiuso il primo semestre del 2018 con un utile netto di 208,9 milioni. Il risultato al netto delle poste non ricorrenti è pari a 222,1 milioni, in crescita del 70,9% sul dato ricorrente dei primi sei mesi del 2017, che tuttavia includeva i numeri delle tre banche acquisite (le ex Banca Marche, Etruria e Carichieti) solo per il secondo trimestre. Si tratta, sottolinea una nota, del “miglior risultato degli ultimi 10 anni”. Nel solo secondo trimestre Ubi ha registrato un utile di 91,2 milioni, in calo del 22,5% rispetto allo stesso periodo del 2017 (gli analisti si aspettavano 122 milioni). Negli ultimi tre mesi i proventi operativi sono scesi dell’1,5% a 911,4 milioni (929), con margine di interesse a 458 milioni (+4,7%, contro attese per 442 milioni) e commissioni nette a 400,6 milioni (-1,6%). In calo del 3,5% a 601,4 milioni gli oneri operativi, per un rapporto cost/income in calo al 65,9%.
Il CET1 fully loaded è risultato all’11,42% nonostante l’impatto dell’allargamento degli spread sulla riserva di valutazione dei titoli in portafoglio (il dato non include utilizzi di DTA future e include pro-quota l’ipotesi di un dividendo). Scendono inoltre di oltre 370 milioni rispetto al 31 marzo e di 405 milioni rispetto al primo gennaio 2018 i crediti deteriorati lordi per attestarsi al 12,41% (11% proforma la cessione GACS recentemente annunciata). A questo proposito Ubi Banca punta ad abbassare l’incidenza dei crediti deteriorati lordi sul totale crediti sotto al 10% “in anticipo rispetto a quanto già comunicato”, annuncia l’istituto nella nota sui conti semestrali. Per questo, dopo la cartolarizzazione da 2,75 miliardi di npl annunciata mercoledi’, l’istituto prevede di realizzare una nuova cessione di sofferenze (senza cartolarizzazione) entro fine 2018/inizio 2019.
Per quanto riguarda le altre previsioni sull’attuale esercizio, Ubi prevede che “la graduale crescita del margine di interesse continui anche nella seconda metà dell’anno”. Si conferma, inoltre, “una gestione prudente del portafoglio titoli governativi italiani, orientata alla riduzione dell’esposizione”. L’istituto vede “una sostanziale tenuta delle commissioni nette e continuerà con l’attento governo dei costi”. Nel terzo trimestre, inoltre, “saranno verificate le compatibilità per la firma di un nuovo accordo sindacale volto a consentire ulteriori uscite in linea con le previsioni di Piano Industriale”. Ubi, infine, intende mantenere il trend di riduzione del costo del credito rispetto al 2017.
La raccolta totale è in crescita nel semestre dell’1,4% a 193,5 miliardi: raccolta diretta a 95 miliardi (94,4 all’1.1.2018), raccolta indiretta 98,5 miliardi (96,5 all’1.1.2018). Performance particolarmente rilevante dei prodotti di bancassurance, passati a 24,2 miliardi (+12,2% vs 1.1.2018 e +6,5% vs marzo 2018). Da rilevare anche l’andamento in costante incremento del risparmio gestito attestatosi a 44,5 miliardi (+1,4% vs 1.1.2018 e +0,8% vs marzo 2018) in un mercato particolarmente difficile, con incremento delle quote di mercato.