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Ilva: la Bei chiede chiarezza, così finanziamenti a rischio

L’incertezza e il caos che regnano sul destino dell’Ilva rischiano di mandare in fumo i finanziamenti della Bei al piano di risanamento. “Appena c’è chiarezza e un piano credibile lo analizzeremo, se richiesto. Così non è bancabile, troppe incertezze sul futuro della proprietà”. La prossima settimana, invece, firma del prestito a Open Fiber che darà il via al finaziamento Jumbo per il piano Fibra

Ilva: la Bei chiede chiarezza, così finanziamenti a rischio

La telenovela Ilva comincia ad impensierire il mondo finanziario. E la Bei avverte: c’è troppo poca chiarezza, così i finanziamenti europei sono a rischio.

“Appena c’è chiarezza e un piano industriale credibile e redditizio, se ci verrà richiesto, lo analizzeremo come tutti gli altri, ma oggi è difficilmente bancabile perché ci sono incertezze sul futuro della proprietà”. Sono le parole di Dario Scannapieco, vicepresidente della Bei (Banca europea per gli investimenti), in risposta alle domande dei giornalisti su un eventuale sostegno della Banca a Ilva. Come dire che, allo stato delle cose, è molto difficile capire – nel continuo balletto di passi avanti e dietrofront e considerata l’ultima decisione del Mise di avviare la messa in mora della gara pur continuando a trattare con ArcelorMittal sull’offerta uscita vincitrice nella stessa gara – quali saranno gli sviluppi proprietari e le possibili ricadute. La prossima settimana invece la Bei firmerà, ha ancora aggiunto Scannapieco “salvo imprevisti, il finanziamento di 350 milioni per Open Fiber”, finanziamento già approvato dal cda della Bei pochi giorni fa.

La comprensibile posizione del manager della Banca europea è emersa nel corso della conferenza stampa con la quale la Bei ha presentato il consuntivo dei propri investimenti alla data del 15 luglio. La Banca europea ha superato il target di 315 miliardi di investimenti mobilizzati tramite Efsi (il Fondo strategico europei per gli investimenti), con 898 operazioni approvate, 700 mila Pmi sostenute e 750 mila posti di lavoro creati a livello europeo.

I finanziamenti mobilitati sono arrivati a 335 miliardi e hanno dato una spinta al Pil dello 0,6%. Al 2020 i posti di lavoro attesi sono pari a 1,4 milioni e il contributo al Pil dell’1,3%. Scannapieco ha detto però che “nel 2018 ci sarà un calo degli investimenti dovuto alla Brexit”.

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