Si è appena concluso l’incontro presso il ministero dello Sviluppo economico, presieduto dal ministro Luigi Di Maio, sulla vertenza Bekaert, la multinazionale belga che ha deciso di chiudere lo stabilimento di Figline e Incisa Valdarno (Firenze) per delocalizzare in Romania, mettendo cosi a rischio 318 posti di lavoro. All’incontro presenti i rappresentanti dell’azienda, il presidente della Toscana, Enrico Rossi, e i rappresentanti dei sindacali di Fim, Fiom, Uilm nazionali, e territoriali, la RSU.
L’azienda ha confermato al tavolo la volontà di chiusura, annunciata il 22 giugno scorso. A detta della stessa, in crisi dal 2016 e senza possibilità di una marcia indietro da parte della stessa che ha affermato di aver ricercato tutte le soluzioni possibili, ma che ad oggi non è più sostenibile per i conti del gruppo a causa di pressioni negative sul prezzo.
“A nostro avviso – commenta Marco Bentivogli, segretario della Fim Cisl – l’atteggiamento dell’azienda resta inaccettabile per le modalità e soprattutto per la poca chiarezza rispetto a quanto affermato oggi dalla stessa al tavolo ministeriale. L’azienda chiude senza nessuna ipotesi di efficientemente dell’impianto”.
Bekaert qualche settimana fa “ha firmato l’integrativo con le organizzazioni sindacali senza dare un minimo segnale dell’imminente decisione di voler chiudere il sito toscano – continua Bentivogli – mentre 6 mesi fa, la stessa aveva illustrato le slide con un programma di sviluppo del sito. Tutto ciò è inaccettabile, non si scherza con la vita di 318 lavoratori e le loro famiglie e con uno stabilimento che nel territorio ha una storia consolidata senza nessun avviso e motivazione ma anzi annunciando contemporaneamente investimenti nel resto del mondo”.
Secondo il sindacalista, è necessario che “l’azienda ritiri i licenziamenti e si sieda al tavolo con la volontà di trovare una soluzione lavorativa per tutti i lavoratori del sito toscano. Il Ministro Di Maio ha assicurato il suo massimo impegno al fianco dei lavoratori richiedendo accanto al sindacato di sospendere la procedura di licenziamento che tra 61 giorni sarà operativa, lasciando a casa i lavoratori”.
Infine, per Bentivogli “è una vergogna che un’azienda ha comprato 3 anni fa un’azienda e se ne liberi senza alcun vincolo di responsabilità sociale e che solo il 29 marzo scorso aveva presentato piani di sviluppo. In conclusione della riunione alla richiesta di ulteriore tempo a disposizione da parte del Ministro Di Maio, il vertice aziendale Bekaert ha negato ogni disponibilità. Al momento i lavoratori sono al lavoro, negare ogni ritiro della procedura e dare la disponibilità ad accompagnare (in 2 mesi) a condizione che non riguardi competitor è una beffa a cui ci auguriamo il Governo reagisca con il massimo della forza”.