Il rialzo dello spread si fa sentire sulle strategie di finanziamento delle imprese italiane. Con l’aumento del differenziale Btp-Bund (ieri ha chiuso a 250 punti base, rispetto ai 120 di inizio maggio), i rendimenti sul mercato obbligazionario del nostro Paese sono risaliti e ormai alle aziende non conviene più raccogliere capitali emettendo nuovi bond. Perché quando gli investitori fanno salire il prezzo del rischio-Paese, non prendono di mira solo i titoli di Stato, ma anche i titoli bancari e aziendali.
Lo dimostra il dietrofront di Atlantia, che il 21 maggio scorso aveva avviato un roadshow in Europa per incontrare gli investitori con l’obiettivo di valutare l’emissione di un prestito obbligazionario da 2 miliardi, ma poi ha accantonato il progetto. E la ragione è proprio che i tassi non sono più convenienti: meglio chiedere un prestito bancario di durata quinquennale. In ogni caso, l’azienda potrebbe riprendere in considerazione l’emissione se la fase di volatilità sul mercato obbligazionario dovesse terminare.