Donald Trump alza la posta e porta la guerra commerciale contro la Cina ad un nuovo e ancora più preoccupante livello.
Gli Stati Uniti starebbero studiando il modo di bloccare gli investimenti di società cinesi su settori chiave della tecnologia come robotica, aerpospazio e startup tecnologiche, aumentando parallelamente i controlli sulle esportazioni Usa verso Pechino.
A rivelare la notizia è il Wall Street Journal, secondo cui il dipartimento del Tesoro Usa avrebbe intenzione di introdurre una pesante restrizione che impedirebbe a imprese con oltre il 25% del capitale di proprietà cinese di effettuare investimenti diretti su aziende appartenenti a quelle che la Casa Bianca definisce “tecnologie industrialmente significative”.
Non solo, perché in parallelo al dipartimento del Tesoro si starebbero muovendo anche Consiglio di sicurezza nazionale e Dipartimento del commercio, in questo caso per progettare controlli molto stringenti sulle esportazioni statunitensi al fine di impedire che tali tecnologie vengano spedite in Cina.
La novità viene confermata anche dall’agenzia di stampa Reuters, secondo cui le nuove regole potrebbero essere annunciate già venerdì 29 giugno per poi entrare in vigore il 5 luglio, il giorno prima dei nuovi dazi da 50 miliardi di dollari sulle importazioni cinesi stabiliti dagli Usa e due giorni prima delle nuove tariffe imposte dalla Cina come contromisura. Lo stesso 29 giugno inoltre sarà resa nota una lista rivisitata di beni cinesi sottoposti a dazi, differente da quella presentata lo scorso 15 giugno.
Lo scopo di Trump è quello di impedire alla Cina di portare avanti i propositi delineati nel suo rapporto “Made in China 2025”, progetti volti a trasformare Pechino in un leader globale in 10 importanti settori tecnologici, tra i quali informatica, aerospazio, veicoli elettrici e biotecnologia.
Da tenere in considerazione che, in base alle cifre riportate dal Financial Times, gli investimenti diretti cinesi si sono già notevolmente ridotti passando dai 46 miliardi di dollari complessivi del 2016 a 1,8 miliardi dei primi sei mesi del 2018.