Marine Le Pen nei guai con la giustizia Ue. La Corte di Giustizia comunitaria, con una sentenza arrivata oggi, 19 giugno, ha confermato “la decisione del Parlamento europeo di recuperare dall’eurodeputata Marine Le Pen, circa 300mila euro da lei atttribuiti all’impiego di un’assistente parlamentare. Le Pen – scrive il Tribunale – non ha dimostrato che l’assistente abbia effettivamente lavorato.
L’ex Leader del Front National (diventato Rassemblement National) ed ex candidata alla presidenza francese non è riuscita a convincere i giudici a sovvertire la decisione presa dal Parlamento europeo il 5 dicembre del 2016 che obbliga Le Pen, eurodeputata dal 2009 al 2017, a restituire 298.497,87 euro percepiti indebitamente a titolo di assistenza parlamentare.
Nel dettaglio, tra il dicembre 2010 e il febbraio 2016 l’assemblea di Strasburgo avrebbe pagato quasi 300mila euro per una collaboratrice impiegata da Le Pen quale assistente parlamentare locale. Secondo i giudici la leader francese non sarebbe riuscita a fornire alcuna prova che la suddetta assistente svolgesse un lavoro direttamente ed esclusivamente legato al suo mandato in Europa. Parlando in parole povere ai tempi del suo mandato da eurodeputata Le Pen avrebbe usato indebitamente fondi europei per pagare una persona mai esistita o di cui in ogni caso non ha saputo dimostrare l’esistenza.