Peggio di così non poteva cominciare il Mondiale di Russia dei campioni uscenti della Germania. Il Messico li ha stesi con un gol su azione di contropiede perfezionata da Lozano al 36° del primo tempo, ma soprattutto ne ha messo impietosamente tutti limiti fisici e atletici e la completa crisi di idee. Proprio come successe quattro anni fa ai campioni del mondo in carica della Spagna. All’88° la Germania, dopo un lungo assalto alla porta messicana, avrebbe potuto pareggiare se un palo non avesse negato il gol a Brandt, appena entrato, ma non sarebbe stato giusto. Perché i sudamericani si sono dimostrati più freschi, più intraprendenti e più veloci e hanno ampiamente meritato la vittoria sul campo.
Naturalmente, è troppo presto per emettere giudizi definitivi: la Germania ha grande esperienza internazionale e in panchina ha un fuoriclasse come Low ma, contro l’effervescente Messico, ha dato l’impressione che molti dei suoi campioni (da Boateng a Hummels, da Ozil a Khedira e Gomez) siano un po’ bolliti mentre gli emergenti (dal troppo osannato Drexler all’evanescente Werner) non siano all’altezza dei predecessori.
Insomma, dopo la delusione dell’Argentina, che non è andata oltre il pareggio contro l’Islanda per un rigore fallito da Messi, il ko tedesco è la maggiore novità dell’avvio del Mondiale di Russia. Ma se un “italiano” d’adozione come Khedira piange per la sconfitta della Germania, un altro festeggia: è il romanista Kolarov che, con una punizione delle sue, ha regalato la vittoria alla sua Serbia ai danni del Costarica.
E stasera tutti gli occhi sul Brasile e su Neymar che contro la Svizzera di capitan Lichsteiner spera di far dimenticare le delusioni di quattro anni fa, quando incasso sette gol proprio dalla Germania.