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Visco: Banca d’Italia, ecco a che cosa serve oggi

In un ciclo di eventi dedicati all’educazione finanziaria il Governatore spiega che non si decide tutto a Francoforte e che la cessione di sovranità monetaria alla Bce non significa che la Banca d’Italia non ha voce in capitolo perché, al contrario, condivide questa sovranità – Senza dimenticare il ruolo che l’istituto di Via Nazionale ha nella vigilanza bancaria

Visco: Banca d’Italia, ecco a che cosa serve oggi

Bankitalia non serve più a niente, chiudiamola, tanto si decide tutto a Francoforte. E’ per contrastare questo e altri luoghi comuni che la banca centrale, partendo da Milano in collaborazione con il Corriere della Sera, lancia un ciclo di incontri di educazione finanziaria aperti ai cittadini, soprattutto ai più giovani, per divulgare i compiti e spiegare le sue funzioni. Gli incontri si terranno successivamente anche in altre città: a Torino in collaborazione con La Stampa, a Firenze con La Nazione e a Napoli in partnership con Il Mattino.

“Negli ultimi dieci anni – ha commentato il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, nel corso dell’evento di presentazione a Milano – abbiamo vissuto un periodo di cambiamenti straordinario, c’è stata una sempre più rapida diffusione di informazioni, opinioni, fatti più o meno veri in tempo reale, con la conseguente difficoltà a selezionare le informazioni. Inoltre, l’Italia ha attraversato la peggiore crisi finanziaria della sua storia, peggiore di quella degli anni ’30, ma non è stata compresa fino in fondo perché ci siamo quasi assuefatti ai problemi e ai cambiamenti”.

Il ruolo delle istituzioni, secondo Visco, è stato “sempre più difficile da comprendere e sempre più facile da criticare”. Una difficoltà comunicativa che è partita dai rapporti con la politica, con i media fino ad arrivare a una distanza sempre maggiore dai cittadini. “Comunicare in modo semplice e farsi comprendere è la sfida che affrontiamo con questa iniziativa di incontri con il pubblico. Abbiamo deciso di farli dopo aver raggiunto l’apice delle difficoltà comunicative in seguito alle crisi delle banche”.

Non è dunque vero che “decide tutto Francoforte” e che il ruolo di Bankitalia sia ormai superfluo. Anzi, la banca centrale italiana, pur avendo ceduto la sovranità sulla politica monetaria, gioca ancora un ruolo attivo insieme alle altre banche centrali dei vari Paesi membri. “L’Unione monetaria – ha spiegato Visco – ha comportato l’unificazione della politica monetaria. Ma le banche centrali nazionali fanno ancora parte di questo sistema. E’ vero, si è ceduta sovranità, ma ora questa sovranità si condivide“.

Tant’è vero che ogni due settimane, per due giorni, il governatore della Banca d’Italia si reca a Francoforte per discutere insieme alla Bce della politica monetaria. E poi c’è la vigilanza, che “non si limita all’ispezione delle banche”, e tutto il controllo sul sistema dei pagamenti, sulle centinaia di migliaia di pagamenti che vengono effettuati ogni giorno non solo in Italia ma in tutta l’area euro: bonifici, assegni, pagamenti con carte di credito. “Sembrano operazioni automatiche – dice Visco – ma dietro c’è il controllo di Bankitalia”.

Visco è poi anche intervenuto sulle vicende che riguardano la politica e l’Europa: “Noi non siamo in Europa, siamo l’Europa. Occorre tenere presenti i vincoli che ci sono di equilibrio dei conti pubblici, quindi non solo non fare il passo più lungo della gamba ma quando lo si fa, di farlo misurato per non cadere nel burrone. L’incertezza che vi è in attesa delle misure che si metteranno poi effettivamente in atto – ha aggiunto Visco – blocca gli investimenti. Gli ultimi dati confermano un certo rallentamento a livello globale e noi siamo molto interdipendenti’.

Banca d’Italia, infine, svolge ancora tutto il suo ruolo di supervisione e di controllo della stabilità monetaria e finanziaria, oltre che di analisi e centro studi. E rende annualmente conto di tutto, anche se pochi lo sanno: “Pubblichiamo ogni anni la relazione sulla nostra gestione, dando conto di tutto ciò che fanno i nostri 6.800 dipendenti sparsi a Roma e nelle varie filiali su tutto il territorio”. Di questo, ma in modo meno formale, si parlerà da oggi in avanti anche con i cittadini.

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