Tifoso dei Red Devils del Manchester United, Simon Yates è sempre più il “pink devil” del Giro dopo aver respinto l’assalto di Tom Dumoulin nella cronometro trentina di Rovereto, una tappa che il britannico della Mitchelton-Scott vedeva come un incubo sui suoi sogni rosa. L’olandese, dal canto suo, attendeva questa frazione per capire se poteva o meno bissare il successo finale a Roma. Il Giro non è chiuso perché nel ciclismo tutto è possibile e niente è scontato ma, pur avendo ridotto a 56” il suo distacco in classifica da Yates – autore di una gara migliore del temuto:22esimo a 1’37” dal vincitore, Rohan Dennis -, Dumoulin ha corso al di sotto delle aspettative e delle sue speranze. Fallita la missione maglia rosa, il tulipano della Sunweb, super favorito ieri per il successo di tappa, ha anche mancato la vittoria, scavalcato per 22” non solo da Dennis, che si è preso la rivincita di Gerusalemme, ma anche dal tedesco Toni Martin, secondo a 14” dall’australiano della Bmc.
A cinque tappe dalla fine, comprendendo la passerella finale di Roma, il Giro pende sempre più a favore di Yates. Dopo quella di oggi di Iseo senza grosse difficoltà, ci sono atre tappe altre tre tappe di dura montagna e con arrivi in altura a Bardonecchia-Jafferau e Cervinia, terreno che l’ha visto dominatore assoluto. Non si vede dove Dumoulin possa recuperare sul britannico a meno di clamorosi cedimenti della maglia rosa. Piuttosto l’olandese dovrà difendere il suo secondo posto da chi lo segue in classifica, in particolare da Pozzovivo – terzo a 3’11” – e soprattutto da Chris Froome risalito al quarto posto a 3’50” da Yates, grazie a una buona cronometro (quinto a 35” da Dennis).
Il quattro volte vincitore della maglia gialla, che aveva sofferto a Sappada dopo la trionfale ascesa sullo Zoncolan, non ha ancora alzato bandiera bianca, anzi sotto sotto cova ancora una piccola speranza di poter far saltare il banco, anche se lo Yates di questo Giro sta facendo lui il Froome del Tour. Chi non ha più da giorni alcuna speranza di classifica è Aru, ma il suo sesto posto nella crono, solo 2” dietro Froome, era l’orgoglioso segnale di campione che vuole presto ritrovarsi risalendo dal baratro in cui stava per essere inghiottito. Poi in serata, a rovinare di nuovo il morale al sardo, è arrivata la doccia fredda della giuria che dopo esame del Var gli ha comminato 20” di penalizzazione per aver sfruttato la scia di un auto al seguito, una decisione che lo fa slittare indietro all’ottavo posto ma che non cancella la confortante prova del campione d’Italia.
Tra i big a deludere davvero a Rovereto, fino a rischiare di compromettere l’obiettivo del podio, è stato Thibaut Pinot che in 34 km ha beccato 3’19” da Dennis facendo segnare il 66esimo tempo. Pozzovivo che non è uno specialista si è difeso molto meglio rosicchiando quasi un minuto al francese che ha perso anche il quarto posto nella generale scavalcato da Froome, scivolando a 4’19” da Yates. In risalita invece è la classifica di Dennis, che superate senza crollare le tappe dello Zoncolan e di Sappada, ha corso una cronometro a una media “impressionante”, a detta di uno che se ne intende come Froome. Ora l’australiano, che è stato anche detentore del record dell’ora nel 2015, è balzato al sesto posto a poco più di 5 minuti da Yates.