L’altro giorno era stato per ore seduto sulla “hot seat”, scalzato solo dall’ultimo corridore a prendere il via nella crono di apertura di Gerusalemme: così per due secondi Rohan Dennis si era visto soffiare da Tom Dumoulin vittoria e maglia rosa. Ma l’australiano della Bmc, dopo un momento di forte delusione, ha intravisto la possibilità di vendicarsi in fretta per riprendersi il simbolo del primato che gli era sfuggito in extremis. Nella seconda tappa piatta come un biliardo c’era il traguardo volante di Miztpe Ramon che offriva, se l’avesse vinto, un abbuono sufficiente a fargli scavalcare Dumoulin in classifica. Ed ecco i suoi compagni di squadra della Bmc mettersi davanti al gruppo e tirare a tutta per preparargli la volata in vista del traguardo intermedio. Missione compiuta: Dennis, precedendo Elia Viviani, intascava tre secondi preziosi e per un secondo strappava la maglia rosa a Tom Dumoulin, che ovviamente avendo obiettivi più ambiziosi dell’australiano in questo Giro non ha fatto nulla per contrastare il piano architettato dalla Bmc, né tanto meno ha voluto rischiare nella volata conclusiva per prendersi gli abbuoni riservati ai primi tre. Volata sul vialone di arrivo di Tel Aviv che ha visto il successo di Elia Viviani, dopo una formidabile rimonta negli ultimi metri su Jacub Mareczo. Terzo l’irlandese Sam Bennett.
Il colpo di mano di Dennis e lo spettacolare rush finale di Viviani sono i due fatti in cui si racchiude tutta la cronaca di una tappa che è servita soprattutto a Chris Froome a rinsaldare il morale e lenire i dolori al ginocchio per la botta rimediata nella ricognizione mattutina prima della crono di venerdì. Anche oggi, terza e ultima tappa in terra di Israele, da Beer Sheva a Eilat attraversando il deserto del Negev, non dovrebbe creare scompigli tra i big, lasciando ai velocisti la possibilità di giocarsi la vittoria con un’altra volatona finale. Un’occasione da non perdere per Viviani di fare il bis e per Mareczo, Modolo e Bonifazio, ieri battuti, di prendersi una rivincita. L’anno scorso gli italiani dovettero aspettare lo Stelvio per la prima e unica vittoria tricolore con Vincenzo Nibali. Ma quest’anno, vista l’assenza in massa dei più forti sprinter stranieri, che hanno dominato nelle ultime edizioni tutti gli arrivi in gruppo con i vari Kittel, Gaviria e Greipel e Bouhanni, è un’occasione più unica che rara peri le nostre ruote veloci di fare un bel bottino di tappe con il premio finale della maglia ciclamino della classifica a punti che è oggi sulle spalle di Viviani.