Dalla crono conclusiva di Milano dell’anno scorso a quella di apertura di Gerusalemme dell’edizione n. 101 di quest’anno, il Giro non cambia protagonista e maglia rosa: a trionfare è sempre l’olandese Tom Dumoulin, iridato della specialità, che dopo aver conquistato l’edizione n. 100 della corsa rosa a spese di Nairo Quintana, ha replicato ieri l’exploit sulle strade della città santa dando in appena 9,7 km sonori distacchi ai suoi maggiori rivali per la vittoria finale. Solo cronoman di razza come Rohan Dennis e Victor Campanaerts, campione europeo della specialità, hanno limitato il distacco ad appena 2”. Fabio Aru, che non è uno specialista delle corse contro il tempo, ha fatto segnare il 47esimo tempo perdendo 50”. Crono subito difficile anche per Chris Froome,che l’ha affrontata con un ginocchio malconcio per una caduta nella ricognizione mattutina: frenato psicologicamente, il britannico non è andato oltre il 21° posto concedendo 37” a Dumoulin.
Meglio di Froome hanno fatto anche Domenico Pozzovivo (10° a 27”) e il francese Thibaut Pinot, vincitore dell’ultimo Tour of the Alps, che ha contenuto in a 33” il passivo dalla maglia rosa. Il Giro è appena iniziato, avendo percorso nemmeno 10 dei 3562 km dell’intero tracciato, verranno l’Etna, il Gran Sasso, lo Zoncolan e tante altre salite a offrire a Froome – e anche a Chaves, Aru e Pinot – tante occasioni per imboscate contro l’esuberante tulipano nero ma l’inizio non è stato sotto i migliori auspici, in particolare, per il padrone del Tour, già turbato dalla vicenda del salbutamolo. Dumoulin non è avversario da sottovalutare. Tutti ricordano come l’anno scorso Nibali e Quintana aspettassero le Alpi e lo Stelvio per dargli il colpo del kappao ma l’olandese, pur con qualche difficoltà, resse all’attacco per poi riagguantare il primato nella crono finale.
In attesa di vedere gli sviluppi di una corsa iniziata tutta sotto il segno di Dumoulin, il Giro si appresta oggi a vivere la prima delle due tappe in linea in terra d’Israele, da Haifa a Tel Aviv, 167 km quasi interamente pianeggianti. L’unica incognita sarà il caldo. Frazione interamente fatta per i velocisti che in questo Giro parlano soprattutto italiano, vista l’assenza in massa dei migliori sprinter stranieri, con Elia Viviani gran favorito.