Per le famiglie italiane, la carne da mettere in tavola è sempre più salata. A marzo, in corrispondenza della Pasqua, i prezzi all’ingrosso dell’agnello sono aumentati addirittura del 31,9% su base annua. Rincari a due cifre anche per pollo (+17,3%), coniglio (+11,6%) e tacchino (+10,2%), mentre carni bovine (+3,9%) e suine (+2,8%) registrano aumenti meno consistenti. Non solo: anche il prezzo delle uova ha preso il volo, registrando un +29,5%. I dati emergono dall’indice dei prezzi all’ingrosso elaborato da Unioncamere e BMTI sui listini delle Camere di commercio.
Per quanto riguarda il confronto su base mensile, a marzo rispetto a febbraio le carni ovine sono aumentate del 18,3% e quelle di coniglio del 12,7%, spinte dall’incremento della domanda tipico del periodo pre-pasquale. Il buon andamento della domanda di tagli freschi ha fatto impennare anche le carni suine (+4,4%) mentre per quelle bovine si è registrata una lieve flessione (-0,6%).
Nel comparto lattiero caseario, a febbraio i prezzi del latte sono scesi del 5,5% a marzo dopo il -12,5% di febbraio. Rispetto allo scorso anno, tuttavia, i prezzi attuali sono più bassi di quasi il 20%: una contrazione su cui ha inciso la crescita produttiva in atto nel mercato del latte sia in Italia che nell’Unione Europea.
Anche i formaggi a stagionatura lunga mostrano una flessione dei prezzi rispetto a dodici mesi fa (-6,2%), ascrivibile soprattutto ai ribassi registrati per il Grana Padano. Tra gli altri prodotti, forte aumento per la panna (+13,2%), sulla scia della richiesta sostenuta da parte dell’industria di trasformazione. Positivo anche il confronto con dodici mesi fa (+15,1%).
Nel settore degli oli e grassi, nuovo ribasso per l’olio di oliva, sceso del 2,4% su mese e del 24,4% su anno. Marzo ha confermato invece i segnali di ripresa per i prezzi del burro: +7,2% rispetto a febbraio e +4,1% su anno.