Dopo tanta paura e tanti allarmi (infondati) per l’Italia, alla fine Tiangong 1 non ha fatto alcun danno nel nostro Paese. La stazione spaziale cinese precipitata sulla Terra si è distrutta quasi completamente all’impatto con l’atmosfera e i frammenti sono precipitati nell’Oceano Pacifico meridionale. Lo ha reso noto il Joint Force Space Component Command (Jfscc) del Comando strategico degli Stati Uniti.
Il rientro nell’atmosfera della Tiangong 1 (che in cinese significa “palazzo celeste”) è avvenuto alle 2:16 italiane sul Pacifico meridionale, secondo i dati rilevati dalla rete di Sorveglianza spaziale che fa capo al Comando strategico Usa, grazie al coordinamento con la sorveglianza attiva in altri Paesi, come l’Italia, accanto a Canada, Australia, Francia, Germania, Regno Unito, Giappone e Corea del Sud. La prima stazione spaziale cinese ha concluso così la sua storia, dopo avere trascorso in orbita 2.375 giorni e 21 ore.
Tiangong 1 era stata lanciata nel 2011 per effettuare esperimenti di ormeggio e orbita nell’ambito del programma spaziale cinese, che mira a posizionare una stazione permanente in orbita entro il 2023. Inizialmente il rientro della Tiangon-1 era stato fissato nel 2013, ma la sua missione era stata ripetutamente prorogata, finché non è finita fuori controllo. La stampa cinese riporta oggi che l’enfasi mediatica mondiale sul rientro della stazione “riflette l’invidia d’oltremare per l’industria aerospaziale cinese in rapida crescita”.