Tim, nuova tappa – per nulla scontata – del braccio di ferro tra Vivendi e il Fondo speculativo Elliott. Giovedì prossimo, il 29 marzo, è convocato un Cda che avrebbe dovuto occuparsi della relazione sulle remunerazioni in vista dell’assemblea del 24 aprile. Questa è stata da tempo convocata con all’ordine del giorno un programma nutrito: al primo punto la nomina di un amministratore (Amos Genish, attuale Ad di Tim) e poi l’approvazione del bilancio 2017, l’incentivazione ai manager e per la nomina del collegio sindacale. Tuttavia, come si sa, nel frattempo il Fondo Elliott ha lanciato la sua avanzata e chiesto che l’Odg fosse integrato con la revoca di 6 consiglieri d’amministrazione di nomina Vivendi e la sostituzione con altri 6 consiglieri da lui proposti. La risposta di Vivendi è arrivata pochi giorni dopo con le dimissioni in massa di 7 consiglieri di sua nomina più quella di Giuseppe Recchi – le prime a valere dal 24 aprile, la seconda immediata dal 22 marzo – con il che è decaduto l’intero Cda. L’azionista di controllo francese, inoltre, ha preso tempo facendo slittare l’assembla sul rinnovo del Cda al 4 maggio. Il nuovo ordine del giorno riporta la nomina integrale del consiglio d’amministrazione con voto di lista e il relativo compenso.
La partita, già di per sé piuttosto intricata, incorpora a questo punto un’ulteriore incognita e cioè quella del destino dell’Ad Amos Genish. Arrivato per sostituire Flavio Cattaneo – allontanato da Vivendi dopo appena un anno e con una lauta buonuscita – Genish sarebbe dovuto restare fino a decadenza naturale del Cda e cioè fino all’approvazione del bilancio 2019. Ora però il Cda è decaduto, cosa potrà dunque accadere?
Intanto c’è da dire che la richiesta di convocare il consiglio giovedì sarebbe arrivata su pressione del Collegio sindacale. Potrebbe così tornare sul tavolo la richiesta di integrazione avanzata dal Fondo Elliott e proprio il collegio sindacale potrebbe farsi carico di accogliere la richiesta del socio americano. Se così fosse, si arriverebbe all’assemblea del 4 maggio con i rappresentanti del Fondo già inseriti all’interno del Cda. E Genish che farà? Per ora l’Ad si tiene in equilibrio tra i due litiganti. Giovedì il suo ingresso nel Cda potrebbe comunque essere messo ai voti. A lui poi decidere, in base agli equilibri interni al consiglio, quale posizione conservare.
La battaglia, dunque va avanti, e si avvicinano le scelte decisive. In tutto questo i piccoli azionisti di Asati si sono schierati con Elliott e hanno invitato Assogestioni e i fondi che hanno investito in Tim a presentare una lista comune in chiave anti-Vivendi. Il termine per la presentazione dei nomi è il 9 aprile. Il tempo stringe.
AGGIORNAMENTO ORE 17.54
Il fondo Elliot ha presentato un esposto alla Consob sulle dimissioni dei consiglieri di Telecom Italia legati a Vivendi che hanno causato la decadenza dello stesso cda del gruppo. Parallelamente, secondo quanto riferito da Radiocor, anche Asati – l’associazione dei piccoli azionisti di Telecom Italia – avrebbe deciso di intraprendere la stessa strada.
Elliott, attualmente in possesso di una quota superiore al 5% della società di Tlc italiana, reagisce dunque ufficialmente alla mossa dei francesi, dopo la pesante censura verbale pronunciata nei giorni scorsi.
Nel frattempo, in base a quanto riferisce Radiocor, Amos Genish ha incontrato oggi, 27 marzo, il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda presso la sede del ministero. Durante l’incontro l’ad avrebbe fatto il punto con il ministro sui passi avanti compiuti nell’iter di separazione della rete annunciato dall’azienda e poi approvato dal cda. Poco dopo Tim ha notificato all’Agcom il progetto di separazione volontaria della rete fissa d’accesso attraverso la creazione di una entità legale separata.
ULTIMO AGGIORNAMENTO
Nuovo colpo di scena: il collegio dei sindaci di Tim ha ufficializzato di aver deciso di integrare l’ordine del giorno dell’assemblea del 24 aprile, inserendo tra gli argomenti da sottoporre al voto dei soci anche la nomina di 6 consiglieri come chiesto dal Fondo Elliott. Si tratta di Fulvio Conti, Massimo Ferrari, Paola Giannotti De Ponti, Luigi Gubitosi, Dante Roscini e Rocco Sabelli.
La mossa del collegio sindacale, decisa all’unanimità, tutela gli interessi degli azionisti minori – in contrapposizione a quelli del socio di controllo Vivendi – e consentirà al fondo americano di entrare in Cda, se il voto in assemblea sarà favorevole alla proposta, con una quindicina di giorni di anticipo rispetto alla seconda assemblea fissata il 4 maggio che dovrà decidere sul rinnovo per intero del consiglio d’amministrazione e sulla presenza o meno di Amos Genish come amministratore delegato.