E’ il giorno di Terna. L’era di Luigi Ferraris, nominato amministratore delegato della società che gestisce la rete di trasmissione elettrica nazionale con 72.800 km di linee in tutto il Paese, culmina oggi a Milano con la presentazione del piano quinquennale 2018-2022. Quello di Terna è l’ultimo di una serie di piani industriali varati in questo inizio di 2018 da gruppi quotati in Borsa, da Leonardo a fine gennaio passando per Poste Italiane, Telecom, Intesa Sanpaolo e Cattolica Assicurazioni.
Terna, che pochi giorni fa ha anche firmato un importante accordo con Prysmian per il potenziamento della rete elettrica nazionale (un progetto da circa 50 milioni di euro, della durata di tre anni), è peraltro reduce da un 2017 particolarmente positivo: i conti preliminari pubblicati un mese fa hanno evidenziato un Ebitda in aumento a 1,6 miliardi, una crescita del portafoglio di asset ma soprattutto un indebitamento finanziario netto sceso sotto gli 8 miliardi, il che ha dato via a una nuova spinta sugli investimenti, che hanno superato il miliardo di euro rispetto ai 900 milioni del 2016, nel contesto di un piano, quello del 2017-2021, che prevedeva in tutto 4 miliardi di investimenti in cinque anni. Il dividendo sale a 22 centesimi (20,6 lo scorso anno). Considerato l’acconto di 7,4263 centesimi per azione già corrisposto in novembre, i rimanenti 14,5737 centesimi per azione, andranno in pagamento dal 20 giugno e con data stacco il 18 giugno.
Investimenti che sono il perno anche del piano che presentato oggi, giovedì 22 marzo, nella suggestiva sede del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano: il balzo è a 5,3 miliardi in Italia (+30% nell’arco di piano). Come ha più volte fatto intendere l’amministratore delegato Ferraris, la priorità è il potenziamento della rete domestica, per far fronte a nuove problematiche emerse negli ultimi anni e prevalentemente legate al sempre più massiccio ricorso alle fonti di produzione rinnovabile. Molti degli investimenti saranno dunque finalizzati ad accompagnare la transizione energetica del Paese, e per questo saranno quasi tutti orientati sul mercato interno più che su operazioni all’estero.
Gli altri due punti chiave del piano sono l’aumento dei dividendi e una particolare attenzione alla sostenibilità, che si declinerà su tre fronti: quello sociale, per garantire la tranquillità delle comunità territoriali; quello ambientale, per preservare natura e paesaggio; e quello sistemico. Sul primo punto, una nuova guidance che prevede un pay out del 75% e una crescita media annua della remunerazione per gli azionisti del 6% nel corso dei cinque anni interessati al piano. Il piano Ferraris è atteso anche alla prova della Borsa, dove Terna attraversa un buon momento: dopo un inizio di anno difficile, con il titolo sceso dai 4,8 euro di fine 2017 ai 4,4 di inizio febbraio, la performance dell’ultimo mese è stata del +5,2%, in scia ai conti positivi.
Subito dopo la pubblicazione dei dati il titolo Terna è in calo dell’1,9% a Piazza Affari (a 4,6 euro) mentre è appena iniziata la presentazione dell’Ad Luigi Ferraris a Milano.
(aggiornato giovedì 22 marzo alle 10:44)