La Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate, insieme a Global Thinking Foundation, ha presentato la seconda edizione della guida sulla violenza economica, una delle espressioni della violenza maschile contro le donne ancora oggi molto diffusa ma sottovalutata.
In collaborazione con Global Thinking Foundation, fondazione no profit che si occupa di educazione finanziaria con un’attenzione particolare alle donne, CADMI ha aggiornato nel formato e nei contenuti una guida che ha l’obiettivo di informare le donne sia sui loro diritti in ambito economico, che sui punti di attenzione per riconoscere la violenza economica e eliminarla dalla propria vita, svelando quei comportamenti, a volte socialmente accettati, lesivi della dignità e dell’autonomia delle donne.
“L’attività trentennale di CADMI conferma che il superamento della violenza economica, attraverso il raggiungimento della propria autonomia economica e finanziaria aiuta le donne a individuare le proprie soluzioni di vita autonoma e consente loro di percorrere nuove strade e di raggiungere gli obiettivi desiderati” afferma l’Avvocata Manuela Ulivi, Presidente della Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate.
“Il nostro impegno rispetto all’aggiornamento della guida è in linea con l’iniziativa D2-Donne al Quadrato, un percorso di formazione gratuito sulla pianificazione familiare, finanziaria e imprenditoriale attivo in numerose città italiane da Nord a Sud: riteniamo infatti che l’educazione sia il migliore strumento per contrastare e prevenire la violenza di tipo economico”, dichiara Claudia Segre, Presidente di Global Thinking Foundation.
La violenza economica che questa guida affronta è una delle forme più subdole e odiose di violenza contro le donne che la Convenzione di Istanbul definisce come: “violazione dei diritti umani e forma di discriminazione contro le donne comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, che nella vita privata”.
Un ulteriore tassello al quotidiano percorso di sostegno alle donne per la loro libertà, che CADMI mette in pratica dal 1986.