Beatrice Lorenzin, ministro della Salute uscente e leader di Civica Popolare corre come capolista nel plurinominale alla Camera a Milano, Palermo, Napoli, Torino e Trieste. Guiderà, inoltre, il collegio uninominale del centrosinistra a Modena. Come ministro si è impegnata su diversi fronti ma quello che l’ha maggiormente contraddistinta è stata la sua battaglia per l’obbligatorietà delle vaccinazioni nelle malattie esantematiche in età pediatrica.
In questi anni di crisi, la famiglia si è rivelata il vero pilastro del nostro welfare. Per questa ragione, come primo provvedimento della nuova legislatura, qualora eletta, proporrei un pacchetto di riforme per sostenere la natalità e il lavoro femminile. Un vero e proprio “piano Marshall” per la famiglia, in risposta ai dati sempre più drammatici che arrivano dall’Istat, come ad esempio quelli relativi al tasso di natalità, crollato a livello dello scorso secolo, con un tasso di fecondità che nel nostro Paese si assesta su 1,39 figli per donna in età fertile, tra i più bassi tra i paesi sviluppati. La famiglia, per noi di Civica Popolare, non solo è il soggetto promotore dello sviluppo e del benessere sociale, ma anche il luogo in cui coltivare il futuro, il desiderio di maternità e di paternità.
Gli incentivi economici, di per sé, non sono sufficienti a convincere una coppia a far nascere un bambino, ma la questione è più profonda ed è culturale. Il pacchetto di riforme che abbiamo elaborato comprende proposte economicamente sostenibili. Non si tratta quindi di promesse o sogni irrealizzabili ma di iniziative, come l’introduzione della gratuità degli asili nido, che costerebbe circa 1,5 miliardi di euro ma che avvicinerebbe il nostro Paese all’obiettivo europeo del 60% in fatto di occupazione femminile, aumentando la produttività del sistema Italia con una significativa crescita del Pil, accreditata dagli esperti fino a sette punti. Il sostegno alla famiglia deve passare anche attraverso politiche di defiscalizzazione rivolte alle aziende, prevedendo incentivi per asili e welfare aziendale.
Sul fronte della maternità, vogliamo introdurre per ogni figlio un anno di contributi reali, per un massimo di tre anni di riduzione dell’età pensionabile, e l’equiparazione dell’attività di assistenza in famiglia ad un’attività lavorativa anche a fini previdenziali. Da un punto di vista fiscale, inoltre, va rafforzato in Italia un sistema che tenga conto dei figli e delle famiglie numerose.
C’è da chiedersi come mai non è stato fatto nella ormai passata legislatura che pure era iniziata con promesse simili per la famiglia da parte del centro sinistra. Le facce sono le stesse, si tratta di un’altra Bufala elettorale?