Il costo delle partite Iva è aumentato nel 2017 di 2,4 miliardi come valore assoluto, corrispondente a una media di 514 euro, passando da 9.577 euro a 10.091 euro per ogni partita Iva del Paese. A rivelarlo è un dossier della Fondazione nazionale dei commercialisti, illustrato martedì mattina dal presidente del Consiglio nazionale della categoria, Massimo Miani, agli Stati generali della categoria, alla Nuvola di Roma.
Gli adempimenti fiscali per tutte le imprese e i liberi professionisti italiane, cioè circa 6 milioni di soggetti, è dunque cresciuto, dal 2015 al 2017, da 58,1 a 60,4 miliardi di euro. “La situazione che si è venuta a creare – ha commentato il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani – ha raggiunto un livello di guardia tale che, in più di una circostanza, contribuente e professionista, nel loro rapporto con il Fisco e la Pubblica Amministrazione, hanno la sensazione di essere trattati più come sudditi che come cittadini di uno Stato di diritto”.
“Siamo di fronte – ha proseguito Miani – ad un vero e proprio ginepraio normativo e applicativo, difficile da gestire e da interpretare, che costringe gli studi professionali a lavorare, il più delle volte, in condizioni di emergenza, con disagi che si ripercuotono ingiustamente sui contribuenti. Il nostro auspicio è che la legislazione in materia fiscale torni finalmente a mettere al centro dell’attenzione i principi fondamentali dello Statuto dei diritti del contribuente, in modo da realizzare un sistema fiscale caratterizzato da maggiore stabilità e certezza”.
Secondo Miani l’escalation dei costi fiscali è figlia “della nuova strategia di contrasto all’evasione fiscale costruita, negli ultimi tre anni, tramite misure quali reverse charge, split payment, stretta alle compensazioni fiscali, trasmissioni periodiche delle liquidazioni Iva e delle comunicazioni dati fatture emesse e ricevute, fino all’introduzione della fatturazione elettronica obbligatoria nei confronti della Pubblica amministrazione”.
Un aiuto ai contribuenti italiani è venuto dai governi Renzi e Gentiloni che hanno introdotto il 730 precompilato proprio per facilitare la vita a tanti contribuenti. Anche sull’Iva si è cercato di introdurre semplificazioni. Ma il vero aiuto potrà arrivare dalla nuova normativa europea. Il commissario Pierre Moscovici ha presentato una proposta di riforma che dovrebbe rivoluzionare l’impianto delle imposte indirette nei Paesi dell’Unione.